Brexit, dalla Francia all’Olanda: “Ora il referendum tocca a noi”

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Brexit, dalla Francia all’Olanda: “Ora il referendum tocca a noi”

24 Giugno 2016

“Vittoria della libertà. Come chiedo da molti anni, bisogna adesso fare lo stesso referendum in Francia ed in altri Paesi europei”, scrive entusiasta, su Twitter, la leader della destra francese Marine Le Pen, che ha convocato per le 9.30 una conferenza stampa. Aggiungendo: “Vittoria. Dalla Brexit alla Frexit: è tempo ormai di portare la democrazia nel nostro Paese, i francesi devono avere il diritto di scegliere”.

Ora che la Gran Bretagna è uscita dall’Ue, e il fronte euroscettico esulta, a gran voce si stanno chiedendo referendum nei vari angoli dell’Unione.

Dopo la Francia, è stata la volta di Matteo Salvini, leader della Lega Nord: “Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. GRAZIE UK, ora tocca a noi. #Brexit”, ha scritto su Twitter.

Sulla stessa linea il leader della destra olandese, Geert Wilders, che ha chiesto ufficialmente un referendum anche nel suo Paese.

E altre richieste secessioniste si attendono dal Nord Europa: paesi come Finlandia e Danimarca, presto potrebbero aggregarsi agli altri leader europei.

 

Da Bruxelles arriva invece la reazione del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz: “Non voglio dare colpa a nessuno, rispettiamo la volontà del popolo britannico. Il referendum non è stato deciso dalla Ue. Mi sembra evidente che ci sia uno scollamento tra istituzioni e elettori, una disaffezione che non può essere sottovalutata. Sono molto deluso e triste ma eravamo pronti ad affrontare il risultato della consultazione già da settimane. Mi auguro che il governo britannico cominci a negoziare l’uscita dall’Unione. Ciò che mi conforta è che la fascia più giovane della popolazione ha votato a favore del remain. Siamo più forti se siamo uniti, e questo è un principio che i giovani hanno ben presente”.

Dichiarazione molto simile è arrivata dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: “L’Ue è determinata a garantire l’unità a 27. Non nascondo che volevamo un risultato diverso. Sono pienamente cosciente di quanto grave e anche drammatico sia questo momento. Quello che non ci uccide ci rende più forti. Gli ultimi anni sono stati i più difficili per l’Ue ma siamo pronti ad affrontare questo scenario”.