Brexit, la Corte dà la palla al Parlamento: il governo deve sottoporsi al voto
24 Gennaio 2017
La Corte Suprema di Londra ha disposto oggi in via definitiva che la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’avvio dei negoziati con l’Ue per la Brexit dovrà essere autorizzato da un voto del Parlamento britannico. Il verdetto conferma quello di primo grado dell’Alta Corte e in qualche modo dà torto al governo May che aveva presentato ricorso invocando il diritto ad attivare l’articolo 50 d’autorità. Il che voleva dire rispettare la volontà popolare del referendum del 23 giugno.
A novembre l’Alta Corte aveva accolto il ricorso di un gruppo guidato dalla manager Gina Miller. Sentenza contro la quale si era appellato il governo guidato da Theresa May e che ora è stata confermata dalle toghe. Gli 11 giudici della Corte, ha riferito il presidente della Corte Lord Neuberger nel leggere il verdetto, hanno confermato con una maggioranza di 8 a 3 la precedente sentenza dell’Alta Corte, che ha stabilito la necessità di un passaggio parlamentare prima dell’attivazione dell’articolo 50, che darà ufficialmente inizio al processo di uscita dall’Unione Europea.
Il governo britannico guidato da Theresa May avrà bisogno, in sintesi, di un’autorizzazione del Parlamento per avviare i negoziati per la Brexit. “Una legge del Parlamento è necessaria per autorizzare i ministri a comunicare la decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea”, spiega la Corte Suprema in una nota.