Brexit, la maratona di Cameron a Bruxelles

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Brexit, la maratona di Cameron a Bruxelles

19 Febbraio 2016

Ieri sera a Bruxelles i “Ventotto” negoziavano gli ultimi cruciali aspetti di un accordo che dovrebbe permettere di riformulare il rapporto tra Londra e Bruxelles, e quindi consentire, sulla base di un’intesa, al premier Cameron di chiedere ai cittadini inglesi se vogliono o meno che il loro Paese resti nell’Unione. Uno dei nodi cruciali è certamente la necessità di preservare il mercato unico ed evitare che la Gran Bretagna possa imporre dei veti. Erano le 5.30 del mattino quando il premier brittannico ha lasciato il palazzo che ospita il vertice europeo.

 

Se il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha detto: “Stiamo affrontando negoziati difficili e sensibili, ma una cosa è chiara ai miei occhi: o la va o la spacca”, David Cameron dal canto suo ha puntualizzato “Mi batterò per la Gran Bretagna. Se riusciamo a ottenere un buon accordo, allora l’accetterò. Ma non accetterò un accordo che non risponde alle nostre necessità.” 

 

Lo scorso novembre il premier inglese in una lettera inviata allo stesso Tusk aveva illustrato le sue richieste: la possibilità di chiamarsi fuori dalla clausola dei Trattati che prevede la partecipazione a un’Unione europea “sempre più stretta”; il formale riconoscimento che il mercato unico è multivalutario; la rivendicazione di un maggiore ruolo dei parlamentari nazionali; la sospensione di quattro anni prima del pieno accesso ai benefici previdenziali per un cittadino non inglese. 

 

Ognuna di queste richieste rappresenta un nodo, e lascia intravedere lunghe trattative. Ed infinite perplessità. Hanno detto la loro a riguardo un po’ tutti i capi di Stato europei. Degna di nota la considerazioni di Hollande e la Merkel. "La Ue deve avanzare, nessun Paese deve avere nessun veto sui dossier, o mettere limiti alle autorità europee, perché altrimenti un altro Paese chiederà altre eccezioni, penso che dobbiamo restare nello spirito di far avanzare l’Europa, non di farla arretrare", ha spiegato il presidente francese Francois Hollande entrando al summit. "Questo accordo è possibile se alcune condizioni ci sono, è necessario, perché la Gran Bretagna deve restare nell’Ue". 

 

"Ci sono ancora cose da risolvere ma in generale mi sto dirigendo a questa discussione con l’atteggiamento che siamo felici di fare tutto il possibile per creare le condizioni che permettano alla Gran Bretagna di restare a far parte della Ue. Dal punto di vista della Germania è una cosa importante, ma naturalmente sta ai cittadini britannici decidere". Così, invece, Angela Merkel all’arrivo nella sede del Consiglio europeo a Bruxelles.