Brindisi, donna e feto trovati morti in un garage
31 Ottobre 2016
Roxana Micaela Rapasu, la ragazza romena di 27 anni trovata in un garage di via Mameli, a Ceglie Messapica. Vicino al corpo della donna, che lavorava come badante fino a pochi giorni fa, è stato trovato quello del feto che aveva da poco partorito.
Il corpo trovato per terra a poca distanza dal corpicino della neonata, immerso a faccia in già in una bacinella piena d’acqua posta sotto il lavandino. Sarà l’autopsia a chiarire se la piccola sia morta nel venire alla luce oppure sia annegata subito dopo. Ma l’ esame non potrà probabilmente chiarire se, in caso di annegamento, sia stata la madre a ucciderla o se invece si sia trattato di un incidente.
Il cordone ombelicale era stato reciso con un coltello. Il medico legale Domenico Urso, che ha compiuto i primi accertamenti, non ha potuto ancora stabilire se si sia trattato di un parto prematuro. Non ci sono dubbi, però, sul fatto che la donna è morta per l’emorragia seguita al parto. Secondo le informazioni raccolte tra i conoscenti di Roxana, la giovane non aveva detto a nessuno di essere incinta, nemmeno alle sue connazionali che vivono a Ceglie. Gli investigatori escludono al momento il coinvolgimento di altre persone nella vicenda: la porta era chiusa a chiave dall’interno e in casa non sono stati trovati segni di aggressione o violenza. L’autopsia potrà stabilire altri dettagli importanti della vicenda anche se sembra difficile che possa aiutare a ricostruire esattamente cosa sia successo in quella stanza.
Venerdì 28 ottobre Roxana aveva chiesto la liquidazione del denaro che le spettava e si era trasferita nel garage in cui prima di lei aveva vissuto il fratello, anche lui rientrato in patria nel frattempo. Di certo sapeva che il contratto d’affitto era prossimo alla scadenza, fissata per il 31 ottobre. Quando il padrone di casa ha bussato alla porta del garage per rientrare in possesso dell’immobile, ha sentito le chiavi sbattere contro la serratura senza che dall’interno arrivasse nessuna risposta alle ripetute chiamate.
A quel punto ha chiamato i vigili del fuoco, che dopo avere sfondato la porta di ingresso si sono trovati di fronte alla scena agghiacciante della donna riversa in una chiazza di sangue, priva di vita, accasciata fra due letti. La bambina è stata invece trovata in un secchio colmo d’acqua sotto il lavandino del bagno. L’ipotesi degli inquirenti è che la donna abbia partorito da sola, recidendo il cordone ombelicale con un paio di forbici o con un coltello, e che sia morta d’emorragia. Soltanto l’autopsia potrà dire invece se la bambina sia nata morta o se sia stata annegata volontariamente dalla madre.
L’esame sui cadaveri è stato disposto dal pm Pierpaolo Montinaro: il medico legale incaricato è Nico Urso. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri al comando del capitano Diego Ruocco e restano pochi i dubbi sul fatto che la donna abbia agito da sola. Tutte le persone interrogate dai militari, nella piccola comunità di romeni che hanno trovato casa e lavoro a Ceglie Messapica, hanno detto di non essere a conoscenza della gravidanza.