Brown sotto assedio, il Labour cerca un nuovo leader

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Brown sotto assedio, il Labour cerca un nuovo leader

04 Agosto 2008

Il partito laburista barcolla dopo la sconfitta all’elezione suppletiva di Glasgow est, ma ancora più incerto è il futuro del suo leader e primo ministro Gordon Brown, travolto dalle critiche a causa dei pessimi risultati elettorali degli ultimi mesi. 

Nei giorni scorsi è scattato il toto successione per capire chi potesse portar via la poltrona al premier. Neppure il tempo di stilare la lista dei potenziali aspiranti, che una candidatura in pectore è arrivata dalle pagine del Guardian, con un articolo a firma del ministro inglese David Miliband.

 “Il tempo chiede una nuova fase radicale” è l’esordio del Segretario di stato per gli affari esteri. Così Miliband suggerisce al suo partito di non esitare “in un’estate di introspezione”, bensì propone di avviare “il dibattito sul futuro”. Miliband lungo tutto l’articolo non cita mai il premier, ma ricorda che “il New Labour ha vinto le ultime tre elezioni generali perché ha offerto un vero cambiamento”, quindi bisogna impegnarsi “per ripetere di nuovo il successo”. Una pugnalata alle spalle per Gordon Brown, che in questi giorni si trova in vacanza con la famiglia in Scozia. 

Mentre il capo della diplomazia emerge come il più valido esponente dell’ala liberista blairiana del Labour, la sinistra del partito, a sua volta, si coalizza attorno al ministro della Giustizia Jack Straw, invitandolo prendere le distanze da Brown per poterlo scalzare. Finora sono stati almeno sette i possibili candidati alla successione di Brown: l’esplicita indicazione dei nomi di Miliband e Straw potrebbe essere il segnale che l’emergenza e i sondaggi al minimo storico hanno spinto il partito ormai verso una nuova fase. 

Come se non bastasse, dopo il duro attacco di Miliband dalle pagine del quotidiano da sempre vicino ai Labour, nuovi giudizi negativi arrivano anche dall’ex primo ministro Tony Blair. Secondo un memorandum riportato dal giornale Mail on Sunday, che risalirebbe allo scorso settembre e sarebbe stato scritto poco dopo il congresso laburista, Blair ritiene che Brown abbia fatto “una spiacevole confusione fra strategia e tattica”. L’ex premier sottolinea come l’attuale inquilino di Downing Street si sia limitato ad “attaccare quanto fatto dal precedente esecutivo, senza delineare un nuovo programma”. Il congresso dei Conservatori non era stato nulla di speciale, ma paragonato “alla hubris e alla vacuità” di quello laburista ha fatto sembrare i Tories un partito di sostanza, è il commento deluso di Blair.

Nel documento Blair parla di sé in terza persona – utilizzando le proprie iniziali “TB” – e si lamenta poiché il distanziamento di Brown dalla linea del precedente esecutivo implica “il disprezzo di quanto ottenuto, un errore che potrebbe risultare fatale se non viene corretto subito”.

L’amara conclusione, quindi, è che Brown avrebbe dovuto “continuare con il New Labour, non farlo naufragare”. Provare a porsi come un cambiamento rispetto al passato “ha giocato il ruolo che volevano i media, ma non quello che avrebbe potuto dare la possibilità di avere un quarto mandato”, così termina il memo di Blair.

Parole scritte sull’onda della frustrazione, che sarebbero state sottoposte allo staff di Gordon Brown sotto forma di amichevole consiglio e in versione edulcorata; tuttavia non è chiaro chi fosse il destinatario originale degli appunti.

L’unica boccata d’ossigeno per Gordon Brown arriva dai sondaggi pubblicati dal Daily Telegraph, sebbene non siano positivi. Secondo l’istituto demoscopico YouGov, il 25% degli inglesi voterebbe per i laburisti guidati da Brown, contro il 47% che sosterrebbe i Conservatori. Non sarebbe una vittoria, quindi, ma il dato più significativo è che la percentuale sarebbe destinata a ridursi ulteriormente, fino al 24%, se alla guida del partito non ci fosse più Brown. Di contro un ipotetico Labour a guida Blair otterrebbe il 32%, facendo scendere il consenso per i Tories al 41%. Certo, questi dati non possono essere motivo di soddisfazione per il primo ministro in carica, ma almeno possono ridurre i tentativi di detronizzazione.

Intanto sembra che il premier sia pianificando un rimpasto di governo nella prima settimana di settembre, non appena terminate le vacanze e la visita a Pechino per i Giochi Olimpici.

Secondo la stampa britannica il turnover ministeriale potrebbe essere ad ampio raggio, e sarà seguito da una riunione di governo, dove i suoi nuovi membri metteranno a punto una serie di iniziative per riconquistare la fiducia dell’elettorato. 

Occhi puntati soprattutto sul destino di Miliband, che non dovrebbe perdere il suo incarico nell’esecutivo, anzi potrebbe essergli offerto di diventare Cancelliere dello Scacchiere, ruolo già ricoperto in passato da Brown. Fra i membri dell’attuale governo che dovrebbero ricevere una promozione ci sono il sottosegretario agli Affari Europei Jim Murphy e quello all’Immigrazione, Liam Byrne; mentre potrebbero lasciare l’esecutivo il ministro della Difesa Des Browne e quella per l’Ambiente Hilary Benn. 

Tuttavia se al momento ogni decisione sembra rimandata a settembre, quando Brown dovrà affrontare anche il nuovo congresso del partito, l’agosto appena iniziato si preannuncia bollente oltre la Manica.