Brunetta: Istat certifica fallimento politiche Renzi-Poletti

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Brunetta: Istat certifica fallimento politiche Renzi-Poletti

03 Aprile 2017

“La rilevazione mensile Istat del mercato del lavoro, certifica chiaramente il fallimento delle politiche Renzi-Poletti. Infatti, si è sostanzialmente fermata – come anche segnalato dai dati Inps delle scorse settimane – la creazione di occupazione (solo 8mila nell’ultimo mese), meno persone si offrono sul mercato del lavoro e crescono nuovamente gli inattivi”.

A dispetto dei titoli trionfali che stanno rimbalzando in queste ore, da un sito all’altro, dopo la nota Istat, Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, cerca di fare chiarezza. “Non solo, se si voleva una conferma della capacità di drogare il mercato da parte degli incentivi del governo Renzi, il dato di questo mese mostra la perdita di occupazione tra gli occupati a tempo indeterminato e la crescita dei contratti a termine, un segnale di come le imprese stiano rivedendo le loro decisioni. Ad aggravare questo quadro – aggiunge – concorre una sempre maggiore spaccatura del mercato del lavoro tra over 50 da una parte e tutto il resto dall’altra. Desta preoccupazione certamente la situazione dei giovani e quella della classe di età tra 35-49 anni, in particolare delle famiglie con carichi familiari, dove si registra una perdita di occupazione nell’anno di oltre 100mila persone.

Una tendenza molto pericolosa per la coesione sociale. Di fronte a questa situazione occorrerebbero risposte decise e strutturali. Apprendiamo, invece, che l’intenzione del governo è di continuare con politiche in deficit e con sgravi contributivi/fiscali, indirizzati ai giovani, temporalmente limitati e attraverso un meccanismo che appare molto complesso e farraginoso. E’ venuto il tempo di interventi strutturali sul costo del lavoro, indicando a Bruxelles un percorso di riduzione pluriennale da finanziare anche con un deficit di bilancio, ma poi recuperando margini di efficienza nella PA e risorse da evasione fiscale, puntando sulla semplificazione del contratto di apprendistato che rappresenta per giovani e imprese una garanzia di entrata nel mercato del lavoro, sostenendo con un mix di interventi sul lavoro e sul welfare le famiglie italiane che non possono più permettersi capifamiglia disoccupati”, conclude. 

In poche battute, un po’ di chiarezza.