Bruno Guerri: “D’Annunzio è gioia, ci provino a rottamarlo!”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Bruno Guerri: “D’Annunzio è gioia, ci provino a rottamarlo!”

12 Agosto 2014

E’ necessario contrastare una vecchia politica che persevera nel leggere la grande cultura del nostro Paese con gli occhi miopi dell’ideologia: come il sindaco di Pescara e la storia balzana della "città dannunziana" che per volere del primo cittadino non è più tale.

Ma parlando con il presidente del Vittoriale degli Italiani, lo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri, è molto meglio lasciar perdere certa politica e scoprire perché oggi Gabriele D’Annunzio è il poeta italiano più cliccato al mondo dopo Dante. Con una serie di chicche e anticipazioni in esclusiva per i lettori dell’Occidentale.   

Bruno Guerri, il sindaco di Pescara ha definito Gabriele D’Annunzio una figura “controversa”. Hanno senso giudizi simili in un’epoca che si dice post-ideologica?

Il sindaco è rimasto fermo a cinquanta e passa anni fa, quando in effetti la figura di D’Annunzio era controversa. Oggi gli studi storico-letterari hanno chiarito i lineamenti del Poeta, non più decadente e proto-fascista ma modernizzatore e libertario. Credo che Alessandrini abbia usato quella parola perché non è aggiornato, o forse strumentalmente, per tirarsi fuori dalla situazione in cui lui stesso si era cacciato (togliere il logo “Pescara Città Dannunziana” dalle insegne della città, ndr).

Su Internet leggo che il sindaco ha collaborato con l’Università D’Annunzio. Che si fa, cambiamo nome anche all’ateneo?

Figuriamoci… a Pescara ci sono vie dedicate alla mamma di D’Annunzio, ai suoi zii, alla famiglia, alle opere del Poeta. In realtà credo che quella del sindaco sia stata una decisione politica, non frutto di una particolare avversione nei confronti di D’Annunzio quanto piuttosto verso la Giunta precedente.

I giornali hanno titolato “il sindaco rottama d’Annunzio”…

L’idea di rottamare il Vate della poesia e della estetica del Novecento è inconcepibile oltre che impossibile. C’è gente che guarda il mondo dal buchetto della serratura di certa asfittica cultura nostrana. Di D’Annunzio posso dirle che è appena uscita una nuova traduzione in inglese per Penguin, che le sue opere principali grazie al lavoro del Vittoriale sono state ritradotte in giapponese e in russo, che è uscita la prima edizione di una antologia in esperanto. Google ha comunicato che D’Annunzio è il poeta italiano più cliccato nel mondo dopo Dante. Insomma, di che rottamazione stiamo parlando? Ci provino pure. Sarà molto più difficile della scommessa di Renzi.

In fondo non è stato un colpo basso ai discendenti del Poeta?

Certamente non è stato un atto gentile nei loro confronti ma anche nei riguardi di molte altre persone. Che dire… il proprietario del “parrozzo”, il tipico dolce abruzzese di cui D’Annunzio era ghiotto e a cui diede il nome, ha scritto una lettera irridente dicendo che forse sarebbe il caso di cambiare i natali anche alle tradizioni gastronomiche.

Uno degli assessori di Pescara ha infierito dicendo che l’appellativo “dannunziana” ha portato “disconoscimento, divisione e non identità” alla città. Mi aiuta a tradurre, please?

E’ una lingua che non capisco e soprattutto non voglio impegnarmi a capirla. Si tratta di un vocabolario arcaico, il retaggio di una politica periferica. Ricordo che durante i periodi che ho trascorso a Pescara gli stessi che oggi tolgono la parola “dannunziana” accusavano la Giunta precedente di non occuparsi della casa natale del Poeta o del teatro che va in rovina, criticando il fatto che non si facesse abbastanza per D’Annunzio. A me tutto questo sembra bassa politica e basta.

Lasciamola perdere allora. Parliamo del lavoro al Vittoriale

Il 9 maggio 2015 festeggeremo i 40 anni dell’apertura del Vittoriale. Da anni è l’unico museo in Italia che chiude i bilanci in attivo ed è in costante aumento di visitatori, duecentomila, tutti paganti. Nel 2014, esattamente come nel 2013, più 100% di visitatori – nonostante il Vittoriale non applichi, essendo privatizzato, le norme del decreto Franceschini. Da noi non è che i visitatori aumentano perché facciamo entrare gente gratis, se mai perché l’interesse vero è D’Annunzio.

Cosa bolle in pentola?

Il prossimo 26 settembre faremo un grande convegno internazionale su D’Annunzio e la Grande Guerra, con Sergio Romano e Paolo Mieli. D’Annunzio sarà un protagonista dei prossimi quattro anni, un’altra cosa di cui avrebbero dovuto tenere conto gli amministratori di Pescara. Per non parlare poi dell’impresa di Fiume, fino al ’21, insomma.   

Che altro?

Il giorno dopo il convegno ci sarà una grande festa, perché D’Annunzio è gioia e tale deve rimanere. E ancora, il 6 dicembre – questa è una bella notizia, che avete davvero per primi – inauguriamo una mostra sul D’Annunzio Eroe all’Accademia Militare di Modena, organizzata insieme all’Accademia.

Che dire di D’Annunzio nella Prima Guerra mondiale?

Fu un vero futurista. Nel senso che lui credo non abbia mai ucciso nessuno ma provocò molti più danni al nemico che se avesse vinto una battaglia. Futurista per la sua creatività, pensi alla beffa di Buccari. D’Annunzio in qualche modo ha inventato anche la guerra moderna: la guerra psicologica.