Burioni partì per picchiare (virtualmente) e finì che le prese (dal San Raffaele)
11 Novembre 2020
Un po’ come succede ai puri, che come insegna Pietro Nenni prima o poi trovano qualcuno più puro che li epura, così accade talvolta ai “blastatori” social, che vanno per picchiare (virtualmente, s’intende) e ogni tanto finisce che le prendono.
E’ il caso di Roberto Burioni, virologo assurto agli onori delle cronache per le sue risse online almeno tanto quanto per le sue asserzioni scientifiche. Redarguito, stavolta, nientepopodimeno che dal San Raffaele per il quale presta il suo servizio.
Tutto nasce dall’allarme di alcuni medici e scienziati sull’intasamento delle strutture sanitarie, e in particolare dei pronto soccorso, da parte di persone in preda al panico. Posizione non distante tra l’altro da quella espressa in questi giorni dal presidente nazionale degli Ordini dei Medici, che con l’arrivo dell’influenza stagionale teme soprattutto l’assalto di pazienti con sintomi influenzali terrorizzati di aver contratto il coronavirus.
Con la nettezza di giudizio che lo contraddistingue, Burioni ha bollato come “bugie” alcune posizioni espresse in proposito dai suddetti colleghi. “Alcuni – ha scritto sulla sua pagina Facebook – dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico, e può essere vero. Ma quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di Covid-19, sono spinte dal panico? Basta bugie. Basta bugie. Basta bugie”.
Troppo per il Gruppo San Donato e università Vita-Salute San Raffaele, che hanno diramato addirittura una nota ufficiale per discostarsi “dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate”. Burioni viene tacciato di non essere a conoscenza “della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid”. Pur riconoscendo ovviamente “l’autonomia di espressione” dello studioso, il San Raffaele lo ha invitato “a considerazioni più rispettose della verità e del lavoro altrui”.
Sulla stessa linea, come rivelato da “Repubblica”, una missiva interna diramata nei giorni scorsi dall’ufficio comunicazione del San Raffaele ai propri rappresentanti più esposti, che invitava a tener presente come è vero che la curva dei contagi sia in crescita, “ma soprattutto quella relativa ai pazienti meno gravi”, e a non dimenticare che “ogni giorno in Italia continuano a esserci 650 decessi per infarto e 450 per tumori”, e che fra qualche mese “rischiamo di avere più morti per queste patologie, piuttosto che per Covid”.