Calcio. Maroni: “Tolleranza zero contro violenza. Stadi siano proprietà delle società”

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Calcio. Maroni: “Tolleranza zero contro violenza. Stadi siano proprietà delle società”

24 Aprile 2010

Contro la violenza negli stadi "tolleranza zero" ha detto il ministro Roberto Maroni, oggi a Pistoia, parlando delle iniziative del Viminale per arginare la violenza dentro e fuori gli stadi.

"L’opera, seppur meritoria – ha detto Maroni – delle Forze dell’ordine non è sufficiente. Dobbiamo educare i giovani e fare di tutto per arginare una risorgente violenza". Dopo l’adozione dei Daspo («sono in aumento e questo mi preoccupa» ha detto Maroni) un altro provvedimento da adottare che si può rivelare efficace in materia di sicurezza è l’affidamento degli stadi alle società di calcio.

"Questa è una grande riforma da fare – ha detto Maroni -. Oggi gli stadi, se escludiamo l’Olimpico, che è del Coni, sono di proprietà dei Comuni e durante la settimana rimangono assolutamente sguarniti. Gli stadi devono essere di proprietà delle società, controllati da personale professionista. In questo senso – ha ricordato Maroni – in Parlamento c’è una proposta di legge di riforma. Spero che possa essere approvata quanto prima".

Inoltre, ha detto il ministro, "serve una riforma sugli stadi. Gli stadi devono diventare di proprietà delle società sportive, come all’estero". "Attualmente in Italia -ha osservato il ministro- gli stadi sono tutti di proprietà comunale, a parte lo stadio Olimpico di Roma, che è di proprietà del Coni. I comuni danno gli stadi alle società solo per le manifestazioni sportive della domenica, ma spesso durante la settimana vengono portate dentro cose che non ci si possono portare, perchè non c’è il controllo da parte delle società". In questo modo, ha osservato il ministro, si potrebbe risolvere il problema della sicurezza, con un controllo diretto degli stadi da parte delle società sportive. "Su questi temi -ha concluso Maroni- c’è già una proposta di legge in Parlamento, che spero venga approvata entro questa legislatura".