Calcio. Sindacato dei giocatori contro la norma anti-bestemmie

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Calcio. Sindacato dei giocatori contro la norma anti-bestemmie

23 Marzo 2010

Le nuove norme varate dalla Federcalcio italiana contro le bestemmie in campo sono una "violazione dei diritti fondamentali per la libertà di espressione". La FifPro, l’organizzazione internazionale che rappresenta i calciatori professionisti, protesta in maniera molto ferma contro il nuovo giro di vite deciso in Italia dalla Figc, che prevede anche il rosso diretto per parole blasfeme e la squalifica – in caso di episodi non visti dall’arbitro – grazie alla prova televisiva. Dall’entrata in vigore delle nuove norme già più di uno gli episodi: i primi a farne le spese sono stati il tecnico del Chievo Domenico De Carlo e il giocatore del Parma David Lanzafame.

"Come chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione" spiega sul sito della FifPro Wil van Megen, avvocato del sindacato internazionale, che sottolinea come anche nel caso delle bestemmie deve valere il principio che "ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere spiacevole". Il legale ricorda inoltre che "in base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del Parlamento. Il potere di una federazione sportiva non può essere estesa ai diritti fondamentali. Se la Figc vuole punire questo, lo può fare solamente con l’appoggio del Ministero della Giustizia. Ma vorrei far notare che nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli ultimi 100 anni".

Il legale ricorda infine di aver già vinto un ricorso per un giocatore olandese espulso per frasi blasfeme. "Da allora in Olanda difficilmente un arbitro estrae il cartellino rosso per bestemmie: si può fare uso del giallo, ed è solo una misura disciplinarè". La Fifpro indica nell’educazione la soluzione. Sul suo sito, il sindacato internazionale ricorda poi come in Italia i giocatori si siano lamentati, attraverso l’Aic, delle nuova normativa Figc. E che dopo i dubbi espressi all’entrata in vigore delle nuove norme, le tre giornate di applicazione hanno spinto i giocatori a protestare con l’assocalciatori. La Fifpro cita il caso di Michele Marcolini, assolto dall’accusa di aver bestemmiato perchè la lettura del suo labiale indicava ‘Diaz’ e non ‘Diò.

"Dico solo che la Fifpro ha perso una buona occasione per tacere": è il lapidario commento di Giovanni Petrucci, presidente del Coni, alla critica del sindacato internazionale dei calciatori contro le nuove norme anti-bestemmia della Federcalcio italiana, definite una "limitazione del diritto alla libertà di espressione".

È ex calciatore, sindacalista, vicepresidente Figc e la sua fede cattolica viene rafforzata dall’ispirazione di un fratello prete: sulla protesta della Fifpro nessuno più di Demetrio Albertini può dire la sua. E infatti lo fa con chiarezza: "Difendo con fermezza – dice rivolto al sindacato mondiale calciatori – la scelta fatta dalla Federazione italiana sulle bestemmie. Penso ci sia un modo di comportarsi in campo che non prevede atti volgari e offensivi come le bestemmie: e a questa logica ho sempre cercato di ispirarmi nella mia carriera".

"Ma se sei un somaro, cosa c’entra Dio?". Giovanni Trapattoni, ct cattolico anche in panchina – sua la boccetta di acqua santa quando guidava l’Italia – lo diceva ai suoi giocatori appena li sentiva bestemmiare per un errore in campo. Ora che guida la nazionale della cattolicissima Irlanda e il sindacato calciatori internazionale critica l’Italia perchè limita la libertà di espressione inasprendo le sanzioni sportive contro la blasfemie, non nasconde la sua sorpresa. "Cosa dice il codice civile? Non so se si può parlare di libertà di espressione per una bestemmia. Però vietiamo il fumo in panchina, per educare i giovani, e poi consentiamo espressioni del genere? Mi sembra strano".