Calderoli indagato. Maroni: “Pugno di Roma non ci spaventa”
17 Luglio 2013
di redazione
Quell’orango rivolto al ministro Kyenge rischia di costare caro a Roberto Calderoli. Il senatore della Lega Nord e vicepresidente del Senato è indagato con l’accusa di diffamazione aggravata dall’odio razzialedalla Procura di Bergamo. L’indagine fa appunto riferimento alle parole usate dal leghista durante il comizio a Treviglio, scagliandosi contro il ministro per la integrazione. A Calderoli potrebbe toccare la stessa sorte di Dolores Valandro, l’ex consigliere di quartiere leghista di Padova che su Facebook si era chiesta come "mai nessuno che se la stupri", parlando del ministro Kyenge; Valandro è stata condannata ad un anno e un mese di reclusione (pena sospesa) e all’interdizione per 3 anni dai pubblici uffici dal Tribunale di Padova per istigazione a commettere atti di violenza sessuale per motivi razziali. Non cede di un millimetro, invece, Roberto Maroni, il segretario della Lega, che ha commentato l’indagine su Calderoli "evidentemente Roma è tornata a minacciare il Nord: basta che uno si metta a criticare ed esprimere le proprie idee che subito arriva il pugno di ferro di Roma, ma noi non ci facciamo spaventare", definendo "stupidaggini" la chiamata in correità fatta dal premier Letta e dicendo al presidente del consiglio che "farebbe meglio a occuparsi di altre cose", una allusione al caso kazako.