Caliendo sotto assedio, il Pdl lo difende

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Caliendo sotto assedio, il Pdl lo difende

20 Luglio 2010

L’Italia dei valori ha chiesto al presidente del Senato Renato Schifani di calendarizzare la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. Lo ha riferito il capogruppo Idv a palazzo Madama, Felice Belisario, al termine della conferenza dei presidenti di gruppo.

Schifani si è riservato di decidere. "Noi chiediamo – ha detto Belisario – che la mozione sia discussa prima della pausa estiva. Quantomeno per ragioni di opportunità le dimissioni sono doverose perchè Caliendo non è in grado di svolgere con serenità il suo compito, tenuto conto che deve occuparsi, fra l’altro, di intercettazioni e riforma della giustizia". "Io – ha concluso Belisario – al suo posto, avrei già fatto le valigie e abbandonato via Arenula".

Il Pd, dal canto suo, ha chiesto che il sottosegretario non segua più, a nome del governo, il ddl intercettazioni perchè "politicamente inopportuno, dato il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla cosiddetta P3 e sull’eolico". La questione decisa nell’ufficio di presidenza del gruppo dei Democratici di Montecitorio, è stata avanzata dal capogruppo Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio, Donatella Ferranti. Una conseguenza di questa richiesta sarà che i giornalisti non potranno seguire i lavori della Commissione attraverso il circuito che di solito viene concesso. I deputati del Pdl infatti avevano deciso di chiedere di togliere il circuito in caso di proteste del Pd nei confronti di Caliendo.

Indignazione in area Pdl. Maurizio Gasparri, interpellato sull’argomento, ha replicato: "Non ho letto la mozione, quando vedrò il testo darò un giudizio critico. Ma sono contrario alle dimissioni". Enrico Costa, capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia, conversando con i giornalisti a margine di lavori della Commissione sul ddl intercettazioni ha sottolineato che "l’attacco del Pd al sottosegretario Caliendo è strumentale e speculativo, questa è davvero una brutta pagina. Il capogruppo del Pd Donatella Ferranti – ha dichiarato Costa – ha voluto creare una lesione in Commissione piuttosto significativa. In Commissione Giustizia, infatti, abbiamo sempre lavorato seriamente sui provvedimenti e ci siamo sempre tolte le casacche del pregiudizio. Ed è forse per questo che abbiamo sempre ottenuto ottimi risultati sull’esame dei provvedimenti. Ora lei, con questo attacco strumentale a Caliendo, ha voluto creare una lesione a tutto questo equilibrio che avevamo raggiunto".

"La Ferranti insomma – ha proseguito Costa – ha voluto portare in Commissione una bassa speculazione politica nei confronti di una persona che, come Caliendo, ha sempre portato grande rispetto alla Commissione. Mi dispiace che l’opposizione, per carenza di argomenti, si affidi alla strumentalizzazione". "Dopo aver presentato 400 emendamenti ostruzionistici – ha concluso – ora si fanno scudo con questa speculazione politica. Vediamo – ha sottolineato – cosa si inventeranno domani". "Caliendo comunque ha dato una lezione di dignità a tutti – ha concluso Costa – lui ha volato alto, parlando dei contenuti della proposta di modifica del governo, la Ferranti, invece, ha volato rasoterra".

"È sconcertante ciò che l’opposizione sta inscenando ai danni del sottosegretario Caliendo, reo soltanto d’aver accettato un invito a cena in casa di un autorevole esponente della politica italiana. Ma ogni occasione è buona per avventurarsi in grossolane iniziative, giustificate esclusivamente dall’ansia livida di contestare gli uomini del governo". E’ il giudizio del senatore del Pdl Giuseppe Valentino sulle iniziative dell’opposizione contro il sottosegretario Giacomo Caliendo.

"La storia di Caliendo – ha spiegato Valentino – rende insignificanti però gli attacchi strumentali che in questo momento gli vengono rivolti, esasperando il nulla e cercando di conferire inquietanti significati a vicende assolutamente lineari, sbandierate dagli organi di informazione con un rilievo giustificato soltanto dal clima di esasperata contrapposizione che da qualche tempo si avverte nella politica italiana. Invece di riflettere insieme su quelle che sono le esigenze più pressanti del Paese, si cerca di crocifiggere un gentiluomo – ha proseguito Valentino – che per decenni ha onorato la magistratura e che adesso con competenza e profondo senso dello Stato si è dedicato alla politica. Sappiano i rumorosi avversari del governo e della sua maggioranza che questi sistemi non hanno mai pagato e che, ogni qualvolta la parola torna agli elettori, si ritorcono contro coloro che li hanno adottati".