Cambi. Pechino cede agli Usa: “Lo yuan sarà più flessibile”

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Cambi. Pechino cede agli Usa: “Lo yuan sarà più flessibile”

19 Giugno 2010

La Cina renderà "più flessibile" la sua valuta, lo yuan. Lo afferma oggi la Banca Centrale cinese in una nota. La Cina sta subendo forti pressioni, in particolare dagli Usa, per aumentare il valore dello yuan in modo da correggere gli squilibri nel commercio internazionale e favorire la ripresa economica.

La decisione di rendere "più flessibile" il tasso di cambio dello yuan, afferma la Peoplès Bank of China in un comunicato diffuso sul suo sito web, è stata presa considerando che "l’ economia globale si sta gradualmente riprendendo". "La ripresa e la crescita dell’economia cinese ha acquistato solidità con il rafforzamento della stabilità economica", prosegue il comunicato. Di conseguenza, "è desiderabile procedere ulteriormente con la riforma del tasso di cambio del reminbi (un altro nome dello yuan) e incrementare la flessibilità del tasso di cambio".

La Banca Centrale cinese precisa che "un’ enfasi costante verrà messa nel riflettere l’ offerta e la domanda del mercato in riferimento ad un ‘paniere’ di monete. La fascia di oscillazione rimarrà la stessa che è stata annunciata in precedenza sul mercato interbancario delle valute". Secondo la Peoplès Bank, inoltre, il surplus commerciale cinese si è "notevolmente" ridotto nel 2010, e quindi "non esistono le basi per un aumento su larga scala del tasso di cambio del reminbi". Parole queste che sembrano indicare la volontà di procedere ad un contenuto aumento del tasso di cambio della valuta cinese.

Uno yuan più flessibile "contribuirà ad incrementare il reddito delle famiglie cinesi e fornire incentivi necessari a reindirizzare gli investimenti verso le industrie che servono i consumatori cinesi". Così il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, commenta la decisione della Cina di aumentare la flessibilità della moneta nazionale. Una mossa che, secondo Strauss-Kahn, sarebbe stata comunque compresa nelle dichiarazioni finale del G20 in programma a Toronto.