Cambia la disciplina per i sistemi di pagamento

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Cambia la disciplina per i sistemi di pagamento

Il 1° novembre è spirato il  termine ultimo stabilito dalla direttiva europea 2007/64 sui servizi di pagamento (Payment Services Directive o PSD) per consentire ai Paesi membri dell’Unione  di recepire nella normativa nazionale le disposizioni della direttiva, nell’ottica della consueta massima armonizzazione delle legislazioni all’interno dell’Unione. 

Al riguardo, il Consiglio dei Ministri italiano ha appena terminato l’esame in prima lettura del decreto legislativo che recepisce la PSD. Il testo dovrà  passare al vaglio delle Commissioni parlamentari, per tornare successivamente al Consiglio dei  Ministri,  per la definitiva approvazione. Anche se l’Italia è in buona compagnia, l’approvazione definitiva del decreto avverrà, quindi, in ritardo rispetto al termine previsto, presumibilmente entro la fine del 2009.

La direttiva persegue l’ambizioso obiettivo di realizzare un quadro giuridico comunitario moderno e uniforme per i servizi di pagamento a favore della creazione di un’area di pagamento unica in euro. La PSD intende abbattere le frontiere legali interne di ciascun Paese membro, aumentare la concorrenza pan-europea tra i prestatori di servizi di pagamento e la partecipazione – anche da parte di operatori non bancari e finanziari – nell’industria dei servizi di pagamento. In tal modo si persegue l’obiettivo della diminuzione dei costi associati alle operazioni di pagamento per i consumatori, rendendo sempre più efficiente, sicuro e conveniente il mercato dei servizi di pagamento.

La direttiva rappresenta una componete chiave dell’area unica dei pagamenti in euro (Single Euro Payment Area o SEPA), l’area in cui i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni saranno in grado di effettuare operazioni di pagamento in euro verso ciascun conto, indipendentemente dalla loro ubicazione, potendo contare su sistemi armonizzati per quanto riguarda le caratteristiche degli strumenti, gli standard, le infrastrutture e i costi.

A differenza della PSD, che rappresenta un’iniziativa legislativa della Commissione europea tesa a disciplinare il rapporto tra i fornitori dei servizi di pagamento e la clientela che li utilizza, la SEPA è un’iniziativa di autoregolamentazione del mercato, diretta a disciplinare i rapporti interni tra i diversi prestatori di servizi di pagamento. 

Dopo il passaggio alla moneta unica nel 2002, la SEPA intende quindi offrire ai cittadini europei la possibilità di effettuare pagamenti a favore di beneficiari situati in qualsiasi paese dell’area euro, utilizzando un singolo conto bancario e un insieme di strumenti di pagamento armonizzati. Nell’ottica SEPA, tutti i pagamenti al dettaglio in euro sono, infatti, considerati "domestici", senza che vi sia più distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all’interno dell’area dell’euro. Grazie alla SEPA non vi sarà più alcuna differenza di costi per il cliente nel fare un bonifico tra Roma e Milano o tra Roma e Madrid. Così, ad esempio, un universitario Erasmus italiano che si trovi a Madrid per studiare potrà pagare l’affitto in Spagna direttamente dal suo conto corrente in Italia, senza l’aggravio di costi e spese per la transazione. Anche domiciliare il pagamento di una bolletta presso un conto aperto in una banca a Londra sarà equivalente a domiciliarlo sul proprio conto corrente in Italia.

La SEPA è promossa e supportata dalla Commissione Europea, sotto la sorveglianza e l’indirizzo dell’Eurosistema (espressione che pone in uno la Banca Centrale Europea e le Banche Centrali Nazionali), guidata dall’industria bancaria europea, che la realizza mediante un organo costituito ad hoc – l’ European Payments Council (EPC) – e il coinvolgimento di tutte le parti interessate (associazioni delle imprese, dei consumatori, pubblica amministrazione).

A sua volta, la PSD contribuirà a rendere più efficienti e più sicure le operazioni cross-border (che hanno luogo all’interno della zona SEPA). Il recepimento della PSD consentirà di incrementare la possibilità di scelta del consumatore, grazie alla maggior concorrenza tra i prestatori di servizi di pagamento e all’introduzione di una nuova figura di prestatori di servizi  – gli istituti di pagamento – che andranno a collocarsi accanto agli enti creditizi, agli istituiti di moneta elettronica, agli uffici postali e a determinate autorità pubbliche, gli unici fino ad ora abilitati all’offerta e alla prestazione di servizi di pagamento.

Con il recepimento della direttiva, anche i nuovi istituti di pagamento potranno associare alle loro ordinarie attività commerciali anche l’offerta di tutti i servizi di pagamento previsti dalla direttiva.

Sarà così possibile, come già avviene in alcuni Paesi membri, entrare in un supermercato (o rivolgersi ad un operatore telefonico o una stazione di rifornimento) per pagare la bolletta della luce o altre fatture periodiche.

Oltre alla prestazione dei servizi di pagamento previsti dalla direttiva, gli istituti di pagamento saranno autorizzati alla concessione di credito, solo se strettamente connessa ai servizi di pagamento prestati, e all’offerta di servizi operativi e accessori (servizi di cambio, attività di custodia e registrazione e trattamento di dati), ma non potranno esercitare attività di raccolta del risparmio (riservata alle banche).  

Anche questi nuovi operatori dovranno essere autorizzati e sarà necessaria la loro iscrizione presso un registro pubblico (tenuto da Bankitalia) e il rispetto di requisiti, quali il capitale sociale minimo e i criteri di adeguatezza patrimoniale.

La direttiva, inoltre, favorisce i pagamenti virtuali, già in voga in paesi come il Giappone dove lo shopping si fa con il cellulare (senza contanti, né carte di credito).

Altra importante novità introdotta dalla PSD è rappresentata dalla possibilità di utilizzare carte di debito per transazioni all’interno dell’Unione Europea e dell’Area Economica Europea (anche se già molte banche, sulla base di una self-regulation, hanno  abilitato i loro clienti all’utilizzo del bancomat negli altri Stati membri) consentendo così agli operatori di usufruire di un servizio più veloce ed efficiente. E, proprio nell’intento di migliorare l’efficienza e la rapidità dei pagamenti, i cambiamenti in vista riguarderanno anche i tempi di esecuzione delle operazioni di pagamento: il decreto ha introdotto un tempo massimo di esecuzione pari ad un giorno lavorativo (anche se fino al primo gennaio 2012 operatori bancari e clienti potranno concordare di aumentare fino a tre giorni operativi il termine o quattro in caso di operazioni su supporto cartaceo) per tutti gli ordini di pagamento denominati in euro o in una valuta di uno Stato membro. Un commerciante avrà così diritto di utilizzare le somme depositate sul proprio conto corrente entro la fine del giorno lavorativo successivo alla data di esecuzione del pagamento.

Maggiori tutele per il consumatore sono previste in relazione alle condizioni per il rimborso, in caso di esecuzione non conforme o di pagamenti non autorizzati: l’utilizzatore potrà ottenere una rettifica di un’operazione di pagamento non autorizzata o di un ordine non conforme, comunicando l’accaduto alla banca entro tredici mesi dalla data di addebito.

La direttiva, infine, introduce divieti per operazioni con valuta antergata (la data e la valuta di addebito dell’ordinante non potranno più essere antecedenti alla data dell’esecuzione dell’ordine) o con valuta fissa per il beneficiario. Aziende e operatori dovranno così al più presto adeguarsi e rivedere il loro processi di incasso e pagamento quando prevedono trasferimenti di fondi ai beneficiari entro una data stabilita.