Cambiano norme su processi, governo verso la fiducia

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Cambiano norme su processi, governo verso la fiducia

11 Luglio 2008

Roma, 11 lug. (Apcom) – Oggi, con la discussione generale sul dl sicurezza, si è concluso il primo match sulla Giustizia: 2 a 0 per governo e maggioranza, che incassano l’approvazione del lodo Alfano e si avviano a chiudere la partita sulla conversione in legge del decreto sicurezza. Stamattina, infatti, il governo ha presentato la nuova formulazione degli articoli 2bis e 2 ter, ovvero la cosiddetta norma ‘blocca-processi’; lunedì alle 17 l’Aula di Montecitorio inizierà le votazioni sui quasi 1200 emendamenti presentati, ma il governo ormai vede profilarsi "quasi l’obbligo, per rispettare i tempi e chiudere entro martedì" di porre la questione di fiducia.

Una scelta "obbligata", questa, che non piace al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che però non vede alternative: "l’Italia dei Valori ha presentato 90 emendamenti, il Pd 1.075, a fronte dei 2 presentati dal Pdl, 2 dal governo e nessuno dalla Lega: forse – sostiene il ministro – è una tattica parlamentare con cui il Pd ci vuole obbligare a mettere la fiducia per non votare sì a un provvedimento che recepisce le loro proposte".

Secondo quanto spiegato dalla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, la nuova formulazione della blocca-processi "ha veramente recepito le critiche dell’opposizione" e per questo, ha detto la parlamentare, "auspico che già nel comitato dei nove della commissione Giustizia, che si riunirà lunedì, ci possa essere un parere favorevole unanime".

Bongiorno, infatti, ha posto l’accento sul fatto che nella nuova formulazione degli articoli "in primo luogo – dice – scompare la sospensione automatica dei processi e arriva il rinvio pianificato dai dirigenti degli uffici. In secondo luogo sparisce la data del 30 giugno 2002 come ‘discrimine’ per i processi da rinviare e si introduce quella del 2 maggio 2006, ovvero il termine per i reati coperti da indulto. Infine, il controllo dei rinvii e la decisione su di essi è a discrezione della magistratura, come chiesto da più parti e soprattutto dall’opposizione".

Per il resto, viene data priorità alla celebrazione dei processi per i delitti commessi in violazione delle norme in materia di igiene sul lavoro, circolazione stradale, in violazione del testo unico sull’immigrazione e per i delitti puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni, termine parametrato ai limiti per l’emissione della misura cautelare.

Non solo: "sarà il magistrato – ha spiegato il ministro della Giustizia Angelino Alfano – a decidere sull’eventuale sospensione, per un massimo di 18 mesi, di quei processi ritenuti non urgenti per reati coperti, in tutto o in parte, da condono; allo stesso modo, lo potrà fare ragionando sia sul grado di offensività del reato stesso, esaminato con riferimento al caso specifico, sia avendo riguardo all’interesse della persona offesa.

Nonostante "gli sforzi dell’esecutivo", però, a molti esponenti della minoranza il testo continua a non piacere. Il capogruppo dell’Idv, Massimo Donadi, commentando la norma, è stato molto duro: "adesso – ha detto – c’è la prova che il presidente del Consiglio era pronto a mandare all’aria 100 mila processi per salvarsi. Il presidente del Consiglio ha ottenuto dal Parlamento sequestrato il riscatto, che non è il lodo Alfano ma la porcata Alfano, e adesso lascerà libera la giustizia perchè si è messo in salvo".

Dello stesso avviso anche il ministro della Giustizia del governo ombra del Pd Lanfranco Tenaglia, per il quale l’emendamento che modifica oggi la blocca-processi "dimostra che quella norma serviva solo a bloccare il processo Mills. Improvvisamente è venuta fuori la vera faccia della politica della maggioranza caratterizzata da leggi ad personam, finalizzata a risolvere i guai giudiziari del premier, pagando prezzi enormi". Per questo, Tenaglia ha annunciato che il Pd voterà contro la norma, perchè le norme per il rinvio dei processi non urgenti non sono omogenee al dl sicurezza e "dovrebbero essere eliminate completamente". Inoltre, è "criticabile la discrezionalità data ai presidenti di tribunale".

Chi invece approva la norma è il vicepresidente del Csm: secondo Nicola Mancino, infatti, "il Csm aveva detto, nel parere espresso sulla norma, esattamente quanto poi è stato proposto in Parlamento". Adesso che la norma ‘blocca-processi’ è stata sostituita con un’altra che consente, a discrezione della magistratura, il controllo dei rinvii, e ripristina su questo punto il potere deliberativo dell’organo di autogoverno, qualcuno dovrà pure ammettere di avere esagerato" nelle critiche al Consiglio superiore della Magistratura. E anche l’Anm, protagonista della denuncia pubblica sul rischio di blocco per 100 mila processi collegato all’emendamento approvato in Senato, tira oggi un sospiro di sollievo. C’è "un netto miglioramento" rispetto al testo del Senato, dice il presidente del ‘sindacato’ delle toghe Luca Palamara. E le modifiche apportate da Governo e Pdl dimostrano che l’Anm aveva "ragione" nel lanciare l’allarme sulle pesanti ricadute che la sospensione dei procedimenti avrebbe avuto sul sistema giudiziario. "I fatti ci hanno dato ragione", dice Palamara.