Cambiare la Legge Fornero, Sacconi: “Più modifiche sperimentali”

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Cambiare la Legge Fornero, Sacconi: “Più modifiche sperimentali”

01 Luglio 2013

Si rimette mano alla riforma Fornero. Entro settembre, il Governo Letta dovrebbe modificare la legge voluta dal Governo Monti sulle pensioni, scendendo da 66 a 62 anni. La questione esodati resta quindi sul tavolo dell’esecutivo che vorrebbe maggiore flessibilità in uscita per superare le rigidità della Legge Fornero. Sul tavolo anche la cosiddetta "staffetta generazionale", un nuovo contributo di solidarietà per le "pensioni d’oro". Dai dati che circolano, la Riforma Fornero avrebbe consentito di risparmiare circa 80 miliardi di euro tra 2012 e 2021 ma ora il Governo vuole appunto maggiore flessibilità. "Giovannini ha detto che se ne parlerà a settembre, ma è necessario impostare il problema da subito", dice l’ex ministro Damiano del Pd. Sul tema di una revisione della Legge Fornero soprattutto per quanto riguarda l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro interviene il senatore Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro: "La periodica rilevazione ISTAT conferma purtroppo il continuo deterioramento del mercato del lavoro in Italia. I maschi adulti (ecapofamiglia ) perdono reddito e lavoro, le donne hanno percorsi discontinui e i giovani sono esclusi fino ad età avanzata. Diminuiscono gli occupati, salgono i disoccupati anche per aumento dell’offerta di lavoro indotta dal disperato bisogno di reddito. La risposta delle istituzioni centrali e regionali come delle parti sociali deve essere ancor più coraggiosa. La maggioranza parlamentare, ancor più se sollecitata dagli attori sociali, può introdurre nel decreto legge semplificazioni sperimentali alla legge Fornero con lo scopo di cogliere le opportunità indotte dalla Expo 2015. Le Regioni possono semplificare la gestione del contenuto formativo dei contratti di apprendistato per ampliarne significativamente l’impiego. Il Governo può negoziare l’uso del fondo sociale europeo a fini, prevalenti, di riduzione ulteriore del costo indiretto del lavoro. E le stesse risorse europee per i giovani possono essere impiegata quale premio competitivo di risultato per il concreto inserimento di giovani nel mercato del lavoro da parte dei servizi pubblici come di quelli privati. Ciò che conta e’ uscire dagli schemi tradizionali e puntare ad obiettivi di breve periodo anche con modalità sperimentali e reversibili".