Campidoglio, Berdini lascia: “Dimissioni irrevocabili”. Raggi: “Noi andiamo avanti”
15 Febbraio 2017
Dopo giorni di tira e molla, alla fine è Paolo Berdini a gettare la spugna presentando le sue dimissioni, questa volta “irrevocabili”. “Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare tutte le condizioni per poter proseguire il mio lavoro”. ha dichiarato l’ormai ex assessore all’Urbanistica del Comune di Roma in una nota dove non mancano frecciate al vetriolo indirizzate alla giunta targata M5S.
“Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa – scrive Berdini – l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma. Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla strada dell’urbanistica contrattata, che come è noto ha provocato immensi danni a Roma”. “Prendiamo atto che l’assessore preferisce continuare a fare polemiche piuttosto che lavorare. Noi andiamo avanti” ha replicato stizzita la Sindaca Virginia Raggi.
Insomma, botta e risposta a parte, era ormai chiaro che le “condizioni” di cui parla Berdini erano venute a mancare da giorni. Condizioni inevitabilmente collegate alla vicenda che ha fatto scricchiolare sin da subito la sua poltrona, ovvero la questione dello Stadio della Roma a Tor di Valle.
L’urbanista è sempre stato irremovibile nel rifiuto di concedere il milione di metri cubi chiesto dalla As Roma e dal costruttore Luca Parnasi, ribadendo più volte un “no” secco alle modifiche del piano regolatore. Ma i grillini, anche per evitare il ripetersi degli attacchi subiti per il no alle Olimpiadi, si sono sempre dimostrati più flessibili. Hanno chiesto modifiche al progetto originario, ma senza imporre la rinuncia quasi totale alle cubature volute dai proponenti.
E non è un caso che l’uscita di scena di Berdini arriva nel giorno in cui la nuova riunione sullo stadio sancisce un’accelerazione verso la costruzione dell’impianto. Il vicesindaco Luca Bergamo ringrazia infatti “la Roma per aver risposto alle sollecitazioni dell’amministrazione”, “presentandoci oggi una revisione del progetto che ha dei caratteri fortemente innovativi”. Tradotto: il progetto Stadio ora può andare avanti. Magari senza intoppi.
Ma se la “questione stadio” ha fatto scricchiolare la poltrona di Berdini, ciò che l’ha fatta saltare sono state le “confidenze” dell’urbanista al cronista della Stampa, dove parlava di “Raggi impreparata” e, soprattutto, come emerge dall’audio diffuso dal quotidiano torinese, del pettegolezzo sulla presunta relazione tra la sindaca e Romeo (“secondo me sono amanti”), invitando il cronista ad usare lo “scoop” senza citare la fonte.
Berdini a quel punto ha provato a difendersi sulle colonne del Fatto Quotidiano parlando di “accanimento mediatico senza precedenti” nei suoi confronti e attribuendo “il perché” sempre alla solita questione dello stadio. Ma la bufera sulla sue dichiarazioni alla Stampa, ormai, era troppo forte. Lunedì sera, la riunione dei consiglieri della maggioranza cinquestelle in Campidoglio aveva messo in “stad by” Berdini con un sibillino “aspettiamo e vediamo”. “La sindaca sta facendo le sue valutazioni” aveva detto il deputato M5S Alfonso Bonafede all’uscita dalla riunione. Valutazioni sul sostituto di Berdini, appunto. E allora, prima di essere sostituito, è stato lo stesso urbanista a fare il passo indietro.
Ora le deleghe all’Urbanistica e alle infrastrutture sono state assunte ad interim dalla Sindaca, in attesa che si arrivi alla fumata bianca per la nomina dell’ennesimo nuovo assessore della giunta Raggi.