Camusso contro la precarietà, una storia già sentita

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Camusso contro la precarietà, una storia già sentita

15 Marzo 2014

 La CGIL di Susanna Camusso si risveglia dal ritrovato feeling con Matteo Renzi sui mille euro all’anno per i redditi dipendenti più bassi e scopre che il Jobs Act non gli sta bene affatto. La semplificazione dei contratti a termine e dell’apprendistato, misure che sovvertono l’impianto della riforma Fornero nel lavoro in entrata e nelle forme di uscita da un impiego vengono apprezzate dal mondo della impresa ma rendono più pessimista il sindacato. Di parere diverso la Cisl di Buonanni che in quelle misure vede maggiori garanzie rispetto a contratti a progetto, "false" partite IVA e altre forme di collaborazione. "Siamo disposti a discutere di un contratto unico", dice Camusso, a tempo indeterminato, of course, "ma prima bisogna abolire il decreto" sul lavoro che crea "altre forme di precarietà". Camusso c’è l’ha anche con il ministro Poletti, "Ogni tanto assistiamo a metamorfosi, faccio fatica a leggere quello che dichiara oggi il ministro rispetto a quello che diceva quando guidava la Legacoop e cioè che, in piena crisi, bisognava assumere a tempo indeterminato mentre ora che stiamo uscendo dalla crisi si fanno provvedimenti sui contratti a termine senza causale e si svalorizza l’apprendistato. C’è qualcosa che non torna". Critico anche il capo delle tute blu, Landini, con FIOM che pur vede "un aumento della precarietà: non mi sembra la strada giusta". Infine arrivano i primi commenti, dopo il silenzio che rischiava di diventare imbarazzante, di Confindustria, con Squinzi che loda la semplificazione burocratica e normativa, puntualizza lo "slittamento" sui pagamenti dei debiti delle PA, e continua a ritenere prioritario il taglio del Cuneo fiscale. "Renzi è una persona molto energica, giovane, sembra un motore di Formula 1. Il problema adesso è scaricare la potenza per terra e fare delle cose concrete", e’ il giudizio di Squinzi.