Cancellieri, da Renzi a Civati il Pd che regredisce
20 Novembre 2013
di Ronin
Dopo l’annuncio della Procura di Torino sulla assenza di reato nel cosiddetto "caso Ligresti", il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri interviene in Aula per ripetere che da parte sua non c’è stato alcun favoritismo verso la famiglia Ligresti, nessuna bugia al Parlamento. Si vota la sfiducia presentata da M5S e un pezzo consistente del Pd è sulla stessa lunghezza d’onda. Renzi lo aveva già annunciato da tempo e anche i "civatiani" seguono a razzo, forse per timore di essere scavalcati a sinistra.
Nella intervista concessa ieri a Repubblica, la senatrice Laura Puppato ha detto, chiaro e tondo, "spero che il ministro Cancellieri si dimetta senza costringerci a chiederle nulla". Un anticipo della mozione di sfiducia chiesta da Civati. "Un ministro," secondo Puppato, "non può avere frequentazioni con persone che hanno avuto conti con la giustizia". L’invio degli atti dalla Procura di Torino a quella di Roma? E’ un "impeachment". In realtà come ha scritto il procuratore capo Caselli l’invio di cui sopra è un atto dovuto essendo la procura di Roma quella competente.
A nulla quindi sembrano valere le scuse già fatte a suo tempo dal ministro in parlamento, un gesto che qualcosa avrebbe dovuto pure significare per i legalitari senza se e senza ma. Ci hanno raccontato che il Pd doveva cambiare e non essere più quello di prima. Abbiamo ascoltato tanti bei discorsi sulla rottamazione e sulla nuova identità dei progressisti italiani. In realtà renziani e civatiani per adesso sembrano solo regredire a grande velocità verso il manicheismo grillico.