Cannabis light, ok alla vendita se il thc è sotto lo 0,5%
12 Dicembre 2019
Approvato in commissione Bilancio del Senato un emendamento alla manovra che dà il via libera alla vendita della cannabis light in Italia. Fino ad oggi chi la commercializzava era esposto a rischi legati a controlli sulla quantità di principio attivo thc presente nella sostanza. L’emendamento stabilisce una volta per tutte che sotto lo 0,5% di Thc la canapa non si può considerare sostanza stupefacente. Finora invece questa percentuale variava tra lo 0,2 e lo 0,5% a seconda del prodotto.
La conferma arriva da Matteo Mantero, senatore 5 Stelle, tra gli ispiratori della misura insieme a Mollame, Mantero, Sbrollini, De Petris, Cirinnà e Nugnes. «È stata un’opera di convincimento di quasi due settimane e ci sono volute 15 ore di fila, ma alla fine, grazie al lavoro svolto insieme al collega e amico Francesco Mollame, abbiamo approvato uno dei nostri emendamenti sulla canapa industriale», scrive sui social. Si tratta della norma meno «ambizioso», come sottolinea Mantero, che riguarda «principalmente la biomassa», ma che comunque «modifica le legge sulla canapa consentendo di commercializzare i fiori e soprattutto modifica il testo unico per gli stupefacenti stabilendo una volta per tutte che sotto lo 0,5% di thc la canapa non si può considerare sostanza stupefacente». Il Thc è il tetraidrocannabinolo, uno dei principi attivi della cannabis. La norma apre così alla libera produzione e vendita negli shop che vendono cannabis light. «Non è il punto di arrivo, anzi solo quello di partenza, ma oggi – conclude Mantero – abbiamo dato la prima spallata all’assurdo muro di pregiudizio, che ancora circonda questa pianta. I canapicoltori e negozianti italiani potranno lavorare un po’ più tranquilli».