Capitank, il chimico-farmaceutico fiore all’occhiello dell’Abruzzo
27 Febbraio 2013
Capitank è il polo-chimico farmaceutico aquilano creato d’accordo con Regione Abruzzo mettendo in rete saperi, conoscenze, investimenti, per valorizzare le eccellenze e competere meglio a livello macroregionale, europeo, internazionale. Parliamo del "modello Capitank" con Alessandro Belli che si occupa di uno tre pilastri strategici del Polo, quello della innovazione organizzativa, dei processi interni e di quelli dei soci di progetto.
Qual è attualmente la situazione della chimica farmaceutica e della biomedica nel Mezzogiorno?
E’ una situazione che rispecchia con degli elementi peggiorativi di contesto la difficoltà che, in seguito agli sviluppi macroeconomici, ha contagiato anche questo settore. Da un lato la contrazione del mercato e la forte competizione degli emerging countries anche nei settori ad alta tecnologia industriale dove fino adesso le economie cosidette avanzate primeggiavano in un arena competitiva con pochi attori protagonisti, dall’altro la difficoltà nel trovare finanziamenti per promuovere ricerca e innovazione che obbliga le organizzazioni a competere in maniera transnazionale per aggiudicarsi le sempre minori risorse messe a disposizione dagli investitori istituzionali e non.
Quali sono, se ci sono, le eccellenze, i centri di ricerca all’avanguardia?
Alcuni centri di ricerca che sopravvivono nel mezzogiorno grazie alla loro eccellenza sono di carattere sia pubblico che privato, strutture come il CNR, il Mario Negri Sud , il “Change” e il “Tigem” di Napoli e alcuni alcuni Dipartimenti universitari che hanno saputo guidare i filoni di ricerca verso il valore della conoscenza e delle sue applicazioni.
Come funziona l’integrazione di saperi, conoscenze, investimenti che ha dato vita a Capitank?
Capitank ha mosso i suoi primi passi nel corso del 2012 e sin da subito sono state create occasioni di incontro e conoscenza tra i soci, con proposte di progetto da sviluppare tra i vari soggetti in gioco. Inoltre sono stati creati dei gruppi di lavoro che associano aziende che hanno una o più caratteristiche in comune (per tipologia di attività, dimensione, esperienze, ecc.) con l’obiettivo di facilitare lo scambio di idee e di proposte innovative.
Per esempio?
Il nostro Polo vanta sin dalla sua costituzione numerosissime partnership formalizzate con enti e strutture di ricerca, università e singoli professionisti in Italia e all’estero. Sul piano della metodologia ci stiamo preparando a gestire i progetti in maniera strutturata attraverso le metodiche del Project Management. Sul piano degli investimenti ogni progetto proposto è valutato internamente e se viene reputato valido sul piano dei requisiti dettati dai bandi regionali incrociato con gli obiettivi interni vengono presentati e o finanziati.
Qual è il ruolo della Regione Abruzzo nella partita?
Regione Abruzzo ha avuto il grande merito di decidere che “l’innovazione” può essere sostenuta solo se si ha la ragionevole certezza che l’impatto sarà positivo. In tal senso ha scommesso sulla creazione dei “Poli di Innovazione”, raggruppamenti di Grandi Imprese, PMI, Università e Centri di Ricerca che si associano per fare Innovazione. I vantaggi sono molteplici: evitare la dispersione a pioggia delle (poche) risorse a disposizione, far dialogare i vari attori all’interno di un organismo con funzioni autonome, incanalare la ricerca in direzioni immediatamente spendibili, creare uno strumento in grado di competere con maggiore autorevolezza nei bandi internazionali.
Lo scorso dicembre il Consiglio Europeo ha dato mandato alla Commissione di presentare nel 2014 la strategia dell’Unione per la Regione Adriatica. Quali sono le vostre linee guida in materia?
Capitank ha già avuto modo di presentare le proprie proposte. Una serie di suggerimenti metodologici e programmatici sottoposti alla direzione regionale (che li ha fatti propri) incaricata di partecipare al tavolo di lavoro sovra-regionale. Essenzialmente ha suggerito di attuare una programmazione molto agile che possa da un lato intercettare rapidamente le mutevoli condizioni macroeconomiche del settore e dall’altro mettere a disposizione risorse e normative in tempi rapidi e comunque certi. Il tutto in una logica di cluster di filiera dove il settore chimico-farmaceutico abruzzese potrà avere sicuramente un ruolo rilevante.
Come intercettare i finanziamenti europei?
Com’è noto i finanziamenti europei sono di due tipi: quelli gestiti dalle Regioni e quelli messi a bando dagli organismi internazionali come la UE. Per quanto riguarda i primi, riteniamo che bisogna spingere perché le risorse vengano concentrate in settori ed attività ad elevato impatto; in questo senso riteniamo che Capitank possa garantire elevata capacità di intercettazione e una ottima ricaduta sul territorio sia in termini occupazionali che di PIL. Riguardo ai fondi messi a bando dall’Unione Europea, l’avere a disposizione uno strumento (Capitank) che coinvolge Grandi Imprese, PMI, Università e Centri di Ricerca e che ha una vasta rete di partner internazionali, consente di partecipare ai bandi con una forza competitiva paragonabile a quella di organizzazioni straniere che spesso la fanno da padrone.
Come favorire l’internazionalizzazione di Capitank? Verso quali zone e Paesi dell’Adriatico e del Mediterraneo?
L’apertura del Polo d’innovazione è un tema di estrema attualità. La sensibilità verso l’esterno sia sul piano organizzativo che sul piano scientifico è imprescindibile. Ovviamente il nostro primo sforzo è quello di creare e mettere a punto un ambiente efficiente dove i progetti possano trovare una naturale evoluzione. Crediamo che in un futuro prossimo il territorio Abruzzese, anche attraverso l’opera del Polo e le tecnologie wiki e crowd già oggi molto utilizzate in molte parti del mondo per convogliare operativamente e concretamente risorse umane e saperi, possa diventare un facilitatore di processi d’innovazione e una rete infrastrutturale che possa accogliere idee, proposte e investimenti da ogni parte del mondo, compresi, chiaramente, i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sull’Adriatico.