Cappellacci sceglie un debutto antinucleare
26 Febbraio 2009
di redazione
Ugo Cappellacci, il neoeletto governatore della Sardegna, battendo tutti colleghi sul tempo ha dichiarato: "Prima di fare una centrale nucleare nella nostra isola dovranno passare sul mio corpo". Capiamo bene che Cappellacci abbia bisogno di dimostrare a se stesso e ai suoi elettori di non essere quel "burattino di Berlusconi" che l’opposizione descriveva.
Resta però l’impressione di una fretta eccessiva nell’uscire allo scoperto su un tema ancora tutto da discutere e anche un’enfasi forse degna di miglior causa. In un paese dove tutto è interdetto e sottoposto a veti di ogni genere e dove si arretra anche davanti a un filo d’erba o una beccaccia piuttosto che portare a termine un progetto di qualche utilità, figuriamoci se qualcuno passerà sul corpo di Cappellacci.
Il problema è un altro, specie dopo l’accordo franco-italiano sulla collaborazione nucleare che offrre qualche elemento di concrettezza su una materia ancora molto volatile, ed è quello se sia o no possibile in Italia discutere pacatamente sulle prospettive di crescita e sviluppo del paese. La questione energetica è centrale per tutti nel mondo contemporaneo e tanto più per l’Italia che produce quasi nulla e importa la naggior parte del suo fabbisogno energetico. Non è tema che si possa spazzare sotto il tappeto o che tolleri risposte roboanti.
Serve invece un approccio non ideologico e solo non autoprotettivo, in cui i vantaggi e gli svantaggi vengano soppesati lucidamente e non ci si lasci trasportare dagli slogan. Il modo in cui Cappellacci ha affrontato il destino nucleare italiano è certamente un passo falso, emotivo e decalmatorio. Tutto il contrario da quello che ci si aspetta da un uomo di governo che non deve contribuire a infiammare gli animi ma disseminare comprensione e consapevolezza.
I patti pre-elettorali con il partito Sardo d’Azione che il neo-governatore ha stretto sono importanti, ma non sono i soli che lo hanno portato alla vittoria. Se l’anonimo Cappellacci ha potuto prevalere sul potente Soru è perche a suo sostegno si è mosso, non solo il presidente del Consiglio in prima persona, ma perchè attorno a lui si è coagulata la speranza di una crescita più forte e meglio indirizzata, e l’idea che la Sardegna non non sia un luogo a sè, miticamente sospeso nella sua insularità, ma che debba intercettare le sfide e le opportunità che sono offerte a tutto il paese.
Se il corpo di Cappellacci si metterà di traverso, saranno prima di tutto i sardi a passarci sopra.