Cappon in bilico per colpa di Santoro

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Cappon in bilico per colpa di Santoro

24 Maggio 2007

Per ora la polemica è solo rinviata. Per ora, appunto. Ma il fuoco sotto la cenere cova. Il fuoco è il video “Sex crimes and Vatican” prodotto dalla Bbc e che è stato al centro di un violento scontro politico nell’ultima settimana. La cenere è invece il tempo che è riuscito a strappare il direttore generale Claudio Cappon evitando che già questa sera Michele Santoro mandasse in onda durante la puntata di “Anno Zero” il video incriminato.

Ed il senso della crisi lo dà proprio Gennaro Malgieri, consigliere d’amministrazione Rai, secondo cui “non è da Servizio pubblico mettere in onda un video rivelatosi già falso in molte delle sue parti nel momento in cui è andato in onda sulla Bbc”. A fargli eco, anche Giovanna Bianchi Clerici: “Fossi stata io il direttore gerenerale non avrei mai acquistato quel video. Si tratta di un documento molto contestato e che non ha alcuna base scientifica. Soprattutto, in questo momento storico, mandare in onda Sex crimes and Vatican mi sembra una cosa autolesionista, oltre che un attacco alla Chiesa cattolica”. Insomma, la polemica è tutt’altro che risolta ed il timore è che la vicenda si faccia sentire con più violenza a viale Mazzini. Al centro del contendere il reportage prodotto dall’emittente britannica Bbc ed in cui si farebbe riferimento a casi di pedofilia che coinvolsero diversi anni fa alcuni ecclesiastici negli Usa, in Irlanda e in Brasile, mettendo inoltre in evidenza il ruolo dell’allora cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, che avrebbe avallato la copertura dello scandalo. Filmato risalente al 2006 e che la Chiesa ha avuto già modo di smentire attraverso la stessa Cei indicando alcune falsità contenute nel video. In realtà il filmato non è esclusivo visto che su internet è facilissimo reperirlo, ma la decisione di Santoro di farne una puntata speciale di “Anno Zero” ha scatenato una ridda di polemiche.

Il timore di un attacco alla Chiesa e al Pontefice con una Rai veicolo di questo insolito messaggio ha messo in allarme tutti. Da qui lo scontro violento che non ha risparmiato il mondo della politica. E nel centrosinistra, soprattutto nei Ds, si è cercato di non bruciarsi troppo le mani con questa vicenda, divisi tra la tutela della libertà di informazione e la necessità di non acuire troppo i contrasti con il mondo cattolico. In realtà però l’impatto maggiore dello scontro è su viale Mazzini, sul Consiglio d’Amministrazione della Rai, dove più si faranno sentire gli effetti della vicenda Bbc. E già da martedì prossimo quando il CdA tornerà a riunirsi e dove potrebbe esserci un primo showdown. A dirlo senza troppi giri di parole è il consigliere d’amministrazione in quota Udc, Marco Staderini, che parla di sostituzione del direttore generale Cappon, responsabile di non riuscire “a prendere in mano molte, troppe situazione”. Tra queste proprio il ”caso Santoro ed il video sulla pedofilia e il Vaticano”. Da qui la proposta di “avviare l’iter della sua eventuale sostituzione”. Una soluzione, quella dell’uscita di scena del dg, che molti avevano già fiutato e, secondo alcuni, il reportage sarebbe soltanto il pretesto. A viale Mazzini si vocifera, infatti, che il dg abbia già pronte la valigie per Bancoposta.  Ma per ora rimane dove sta, e soprattutto sotto i colpi dei consiglieri d’amministrazione che non hanno gradito molto la soluzione raggiunta da Cappon.

La scelta di acquistare comunque il video ma di chiedere tempo per verificare con Santoro la realizzazione di una puntata equilibrata e bipartisan, non è andata giù a molti. Ma soprattutto, ed è questa la tesi che si sente spesso ripetere, è che la Rai avrebbe dato l’impressione in questa vicenda di essere troppo deferente nei confronti di Santoro che dal suo non ha da vantare eccellenti livelli di ascolto. Una lotta tutta interna come si capisce anche dalle parole dello stesso Giuliano Urbani che ha puntato il dito su Cappon spiegando che “il CdA non ha mai deciso di acquistare il documentario della Bbc ma è stato il direttore generale che ha preso questa decisione in autonomia preferendo non investirne il CdA”. Una presa di distanze che sa tanto di preparazione al tiro al bersaglio. Mentre Gennaro Malgieri precisa: “Considero improprio l’utilizzo di mezzi e strumenti di questo genere per fare dell’anticlericalismo di bassa lega. Offendere la comunità è alimentare ingiustificati pregiudizi sulla Chiesa Cattolica”. Un Malgieri che non ha mancato di ricordare come nello stesso CdA abbia “fatto presente al direttore generale la mia contrarietà per motivi di ordine religioso, politico, civile, umano e culturale”. E’ iniziato, quindi, il tiro al bersaglio. E chissà che prima dell’uscita del consigliere Petroni non sia proprio Cappon a salutare l’azienda.