Cara “sardina”, in tempi come questi fai quello che capisci: taci

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Cara “sardina”, in tempi come questi fai quello che capisci: taci

04 Aprile 2020

di F.B.

Uno stato di eccezione pone spesso la politica dinanzi a un tema che è giocoforza legato alle competenze. Quando si è trattato di costruire ospedali in pochissimi giorni, alcune istituzioni, quelle più dotate di criterio, hanno pensato a Guido Bertolaso. Quando si è compreso come la Unione europea non fosse troppo disposta a ragionare di elasticità in materia di interventi finanziari, gli italiani, quasi tutti, hanno iniziato ad invocare il nome di Mario Draghi.
Il mondo non aveva mai affrontato una pandemia di questo tipo. Diviene necessario, dunque, che ogni uomo si occupi dell’ambito di cui è esperto. Ognuno al proprio posto, si sarebbe detto in una classe scolastica qualunque, dove però deve regnare l’organicità delle posizioni. Ognuno fa quello che capisce, si sarebbe detto in modo più semplice ed in termini popolari. La rappresentanza politica è un concetto sacrosanto. Anzi, è il sale di ogni sistema democratico. Giusto, dunque, che i leader partitici ed ideologici declinino su piazza le ricette che hanno individuato per contrastare tanto l’emergenza medico-sanitaria quanto la crisi economica che si sta già abbattendo sul Belpaese. Un discorso diverso e meno giusto, ahinoi, potrebbe interessare chi si lancia in spregiudicate disamine che nulla hanno a che fare con le proprie competenze. Ieri, su La7, c’era il leader delle “sardine”, Mattia Santori, che indicava la strada a tutta Europa in materia economica-finanziaria. Non solo. Santori ha anche suggerito una sorta di tassa patrimoniale che coinvolga ogni paese appartenente all’Unione europea. Una specie di obolo, pari all’1% delle disponibilità di ognuno, da versare per contrastare gli effetti della pandemia. La “sardina”, in una chiave del tutto egualitaria, lo ha chiamato “patto di solidarietà”. Prescindendo dalla proposta in sé che nasconde una concettualizzazione ideologica conosciuta ai più e che è quasi inutile da sottolineare, verrebbe da chiedersi: è proprio strettamente necessario che Santori, leader per ora solo di piazza, si eserciti nel distribuire prontuari sul da farsi economico? Chi è una “sardina” per indicare a mezzo televisivo ed in prima serata la strada da tracciare attorno al futuro dei risparmi degli italiani e persino degli europei?
La rappresentanza politica va tutelata, ci verrà risposto. “Sacrosanto”, abbiamo già replicato da queste pagine. C’è un però: l’Italia, per via del Covid-19, si è trovata costretta a fare i conti con un altro tipo di default, che è dipeso dalla messa in discussione di un assunto tanto semplice quanto scontato: non tutti possono accedere a ruoli di coordinamento nella cosa pubblica. Non tutti si possono occupare di tutto. E non si tratta di essere fautori dei governi tecnici, anzi. Si tratta di tutelare il primato del pensiero politico dal nulla cosmico in cui, anche grazie alle boutade del MoVimento 5 Stelle, il sistema partitico italiano è piombato. Sarebbe necessario che la politica fosse abitata per lo più da coloro che hanno alle spalle un percorso esperienziale, non per forza di natura tecnica. Di sicuro è necessaria la sussistenza di un qualche tipo di visione del mondo. E non è neppure l’anagrafe a dover dettare temi e tempi. Spieghiamolo meglio: se per risollevare questa nazione dal caos pandemico in cui siamo piombati, si è pensato agli uomini che i governi di centrodestra avevano individuato per la prima linea di qualche decennio fa, sarà forse il caso di rivedere quello che la politica ha prodotto attraverso la reductio del sistema partitico a mero movimentismo piazzarolo e vaffanculista? Ce lo chiediamo noi. E se lo dovrebbe chiedere ogni media che, senza nasconderci troppo, conserva il potere di allargare o restringere le maglie dei messaggi, degli esempi e delle priorità di cui l’Italia ora come ora ha davvero bisogno.