Cara Schlein, quando toccherà a Sturzo, De Gasperi e Moro?
17 Aprile 2024
Dalla questione morale, che emerge dalle vicende politico-giudiziarie esplose in Puglia, alla scelta di porre sulla tessera del Pd l’immagine di Enrico Berlinguer. La tempistica non sembra essere delle migliori poiché l’ultimo Berlinguer aveva fatto proprio della questione morale il perno della cosiddetta diversità antropologica dei comunisti italiani. Esaltata da una scuola di pensiero come la più florida eredità dell’ex segretario del Pci; dai critici, invece, come il buco nero da cui sarebbero emersi la concezione giustizialista, il connubio con settori della magistratura, la mancata trasformazione in senso socialdemocratico degli ex comunisti.
Per Berlinguer il rigore morale costituiva la “fonte battesimale” della diversità comunista. Il motivo per cui settori neo-borghesi avrebbero potuto transitare da quella parte in base all’assunto: “Sì, sono comunisti, ma per lo meno sono onesti”. Ma da quella torsione antropologica discendono i guai della sinistra post-comunista che vive su perenni “montagne russe”: dalla riscoperta, mal masticata, di istanze pseudo-liberali (da Veltroni a Renzi) al richiamo della “foresta” delle stagioni di Bersani, Zingaretti e, ora, della Schlein.
La storia non è mai ingenua, e il marasma della prima “mani pulite” ha toccato un po’ tutti: chi più, fino alla consunzione di partiti storici del Novecento, chi “miracolosamente” un po’ meno. Ma la mitologia secondo cui “certe cose” la sinistra comunista non le fa, in alcuni settori culturali è sopravvissuta nonostante il passare dei decenni. Ed è andata a sommarsi al più cinico degli espedienti: l’importante è vincere, senza curarsi più di tanto del pedigree del traghettatore di turno (cacicchi li aveva chiamati D’Alema una ventina di anni fa), della “ciurma”, delle compagnie di ventura, e dei metodi alquanto “disinvolti” di guidare il vascello.
Cacicchi e capibastone hanno caratterizzato la storia della sinistra meridionale almeno nell’ultimo ventennio e il paradosso è che il termine cacicchi sia stato utilizzato da Conte proprio a Bari contro la Schlein, nel tentativo da parte del leader del Movimento di riappropriarsi della questione morale in funzione anti-Pd. La serie di casi giudiziari scoppiati in Puglia è la dimostrazione che il vaso di Pandora è ormai stracolmo e che il rischio di una tracimazione non è più tale, ma una realtà.
Da garantisti, non si può non ricordare che tutti i soggetti indagati godono della presunzione di innocenza fino al giudizio finale. In questo scenario rievocare l’immagine di Berlinguer, a quarant’anni dalla scomparsa, da parte del quartier generale del Pd appare “intempestivo” e fuori luogo. Perché, come dice Castagnetti, ultimo segretario del Ppi e fondatore del nuovo partito nato dalla fusione tra ex comunisti e ex democristiani, il “Pd non è la prosecuzione del Pci”. E, quindi: quando toccherà a Sturzo, a De Gasperi, a Moro?
Recuperare Berlinguer appare il tentativo di riesumare “come eravamo”, di ricompattare la sinistra “dura e pura” di una volta, spostando il Pd ancora più sull’ala estrema, mortificando l’anima cattolica e riformista del partito. Non è con la campagna fondata sul recupero della simbologia del passato che la Schlein potrà sperare di rilanciare l’immagine offuscata del partito, soprattutto nel Mezzogiorno, ma con un’azione di rinnovamento. Anche a rischio di perdere qualche roccaforte ormai in via di sgretolamento.