Cara Veronica, parli con suo marito

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Cara Veronica, parli con suo marito

24 Maggio 2009

Cara Veronica,

le scrivo una lettera pubblica a nome mio e di molte mie colleghe parlamentari. Tutte noi abbiamo letto le parole da lei espresse nei confronti di suo marito e tutte noi ne siamo rimaste molto colpite. Non è nostra intenzione commentare le sue iniziative me­diatiche che evidentemente esprimono un disagio profondo, ma desideriamo farle co­noscere il nostro, di disagio, sicuramente di­verso dal suo, ma forse meno personale, poi­ché comprende l’universo femminile italia­no.

Noi deputate del Pdl riteniamo che la sua esternazione pubblica abbia fatto tornare indietro di colpo di cinquant’anni le donne, a quando erano comandate dal maschio dominante ed erano bersaglio del maschili­smo becero, a quando veni­vano considerate solo corpi da guardare e sesso da gode­re, mentre le proprie mogli erano solo madri e necessa­riamente casalinghe. Il no­stro disagio si è concretizza­to alla lettura dei giornali di queste settimane, in cui si sono sprecati i ritratti di donne aspiranti a qualun­que cosa, con foto di ragazze seminude (comprese le sue), con puntuali citazioni di amanti e di peccati, abbiamo letto il velato disprezzo per le donne che comunque sfiora­no il mondo ‘porno’ dello spettacolo, i titoli umilianti scelti (velina ingrata), ed il ritrat­to della donna italiana è tornato, in tre set­timane, ad essere quello desolante che a fa­tica ci eravamo illuse di aver cancellato. L’eco delle sue parole è arrivato sulla stam­pa estera, dove le italiane sono state dipin­te come cortigiane, tutte seno e labbra rifat­te, e l’Italia, il cui Capo del Governo ha il cognome che porta lei ed i suoi figli, ritratta come un Paese di veline, tutte col book foto­grafico sotto il braccio, che mostra il ‘lato B’, nostro orgoglio nazionale!

Cara Veroni­ca, la potenza del suo amaro messaggio, scelto sicuramente con dolore e con determi­nazione, ha provocato l’esplosione di una mentalità sopita e mai soppressa. Noi depu­tate avvistiamo in Transatlantico ammic­canti sorrisi maschili ed ascoltiamo com­menti compiaciuti rivolti alla sessualità, grazie a lei invidiata, del nostro Premier. Cara Signora Berlusconi, lei ha sposato un uomo fuori dal comune, che ha sempre avu­to quel carattere che lo contraddistingue e che è parte del suo fascino, come lei stessa ha riconosciuto più volte, e suo marito avrà per lei dei difetti anch’essi fuori dal comu­ne, ma deve riconoscere che ha anche una personalità talmente travolgente da averle fatto dichiarare che difficilmente ne avreb­be fatto a meno.

Cara Veronica, ci stupisca ancora, visto che la sua voce ha una eco così vasta, faccia qualcosa di concreto a favore delle donne. Dia ai suoi figli un vero esem­pio di vita, esca da quella ca­sa dorata e si faccia vedere tra le donne italiane, quelle che tutte le mattine vanno al lavoro per portare a casa lo stipendio. Faccia tornare sui giornali le notizie del terre­moto d’Abruzzo e della crisi economica mondiale. Usi la sua forza mediatica non per distruggere ma per costrui­re, come ha sempre fatto nel­la sua vita. Abbandoni la sua solitudine e lasci perdere i famelici av­vocati e gli eventuali interessati consiglieri, e segua le ragioni del suo cuore perché, per dirla come Pascal: «Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce».

Cara Veronica, torni a parlare con suo ma­rito, privatamente però, e con la vostra fa­miglia che cresce, perché da soli, dopo tan­to amore e dopo tanta vita, è come un lutto, si soffre, si piange e si sta male, specie se i sentimenti non sono morti, ma restano an­cora vivissimi.

Con affetto e stima

Melania Rizzoli
(deputato Pdl)

Pubblicata sul Corriere della Sera il 23 maggio 2009