Carceri. Pochi detenuti vogliono lavorare

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Carceri. Pochi detenuti vogliono lavorare

17 Marzo 2009

In tutte le carceri del Lazio diminuiscono le ore retribuite per i detenuti lavoranti. È quanto denuncia il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui i "lavoranti sono retribuiti adesso per due ore giornaliere pur con lo stesso carico di lavoro" e "tutto questo accade proprio mentre, dopo tre anni di attesa, è stato finalmente approvato il progetto per la formazione di 15 piantoni alla Casa Reclusione di Rebibbia, formazione che sarà seguita dall’Enaip e dal San Gallicano".

I piantoni si occuperanno anche e soprattutto dell’assistenza a quei detenuti che ne hanno bisogno: "La diminuzione della retribuzione di cui, per altro, non è stata data comunicazione formale in nessuna sezione – aggiunge – sta comportando grandi difficoltà nel trovare detenuti sani disposti a vivere 24 su 24 ore in celle con malati, con limitazione di alcune consuetudini comuni nelle sezioni ordinarie. Ad esempio, nel Centro Clinico di Regina Coeli, dove sono presenti diversi detenuti in sedia a rotelle o in terapia con l’ossigeno, con l’uscita in libertà dei piantoni, i detenuti malati non hanno più, da oltre due settimane, assistenza per gli atti della vita quotidiana (andare in bagno, spostarsi, ecc.)".

"Questa situazione è un potenziale pericolo per i malati – dice Marroni – ma è anche un ulteriore carico di lavoro per infermieri e agenti di polizia penitenziaria che, oltre alla custodia, devono verificare, controllare e rispondere di giorno e di notte alle chiamate dei detenuti bisognosi di assistenza. Ho già informato della situazione i vertici regionali dell’ amministrazione penitenziaria affinchè si adoperino per evitare che collassi una forma di collaborazione tra operatori del carcere e detenuti che tanti buoni risultati ha sempre dato".