Cari “Big” del Pdl, e fatele queste primarie!

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Cari “Big” del Pdl, e fatele queste primarie!

05 Novembre 2012

Certo che dopo tanti anni trascorsi a lodare il modello Usa e le democrazie occidentali avanzate, il Pdl potrebbe sforzarsi di farle un po’ meglio queste Primarie. Non c’è dubbio che difficilmente gli elettori del centrodestra, tutto in una volta, daranno vita a moltitudini di "caucus" come avviene nelle scuole newyorkesi, riappropriandosi dello spazio pubblico, ma d’altra parte se una cosa non la si inizia credendoci seriamente poi inutile lamentarsi se va a schifio.

Negli Usa ogni quattro anni i fratelli coltelli dell’Asinello e dell’Elefantino se le danno di santa ragione pur di essere acclamati "front runner" nella corsa alla Casa Bianca. Da noi, invece, se quella benvenuta scossa in grado di rivitalizzare un partito arriva, subito si corre ai ripari, prendendosela con i figli che non rispettano i padri ed evocando scenari autolesionisti (vale per il Pd come per il Pdl).

C’è chi partecipa alle Primarie con spirito incendiario, annunciando di voler creare un nuovo partito (o tornare a quelli di prima), quindi non è chiaro perché partecipi se ha in mente altro. C’è chi fa un passetto in avanti e un altro all’indietro, chiedendo regole, ordinamenti (giusto, se ci fosse più tempo), ma poi è sempre lì, fermo come in posa prima dello scatto, un millimetro dal candidarsi, mai dire mai, di nomi in questi giorni ne circolano tanti, anche pesanti, ma niente conferme definitive.

Ci si lamenta del vantaggio competitivo di Alfano, chiedendosi anche a cosa serva votare un leader che è già stato riconosciuto tale dalla maggioranza del partito. Peccato che in ogni competizione che si rispetti c’è sempre qualcuno che parte avvantaggiato, per merito esperienza o sorte, e non è per questo che le gare vengono annullate o finiscono in una falsa partenza. Alfano ha detto addirittura "le regole le scrivano i miei avversari", fatele da soli, ma niente, e viene il dubbio che  i distinguo e i mal di pancia siano più il frutto della paura di scottarsi che di una non meglio identificata astuzia elettorale.

C’è infine chi se ne sta quieto in Kenya a osservare da lontano l’evolversi caotico degli eventi, senza spendersi particolarmente di fronte alla sfida a venire. Eppure un momento di confronto popolare, irrituale, non bizantino, farebbe bene al Pdl, come hanno capito i "formattatori" di Cattaneo che sentendo il polso del territorio spingono Alfano a proseguire sulla strada intrapresa. Se il segretario del Pdl e un giovane sindaco di provincia, Alfano e Cattaneo, sanno mettersi in gioco partecipando alle Primarie, onestà politica vorrebbe che altri "big" del partito si decidessero a farlo, magari senza annunciare di voler distruggere tutto una volta candidati. Più passa il tempo, più sarà difficile dire "abbiamo solo scherzato".