Caro Diego, sono tutti d’accordo che i giovani vanno aiutati. Io non ci credo
27 Gennaio 2010
Caro Diego,
mentre ti rispondo, sto guardando il programma condotto da Giletti, “l’Arena”. Presente il Ministro Brunetta. L’argomento è quello che negli ultimi giorni è stato molto presente nella prima pagina de l’Occidentale e di molti altri quotidiani: “bamboccioni”.
Tutti d’accordo: in Italia i giovani vanno aiutati di più. A parole tutto sembra estremamente facile. Io, giovane, non mi illudo.
Non mi piacciono i discorsi di certi (non i più, per fortuna) giovani che altro non fanno se non lamentarsi: "Il lavoro non c’è. Lo Stato non ci aiuta. Il precariato cade tutto su di noi. All’estero è meglio. Qui ci riesce solo chi è raccomandato". Eccetera eccetera… Mi puzzano di alibi. E non mi piace neanche ciò che sostieni tu quando affermi che un giovane (non bamboccione) qualificato, con tanto di laurea dottorato e master non abbia più niente da dimostrare e il lavoro gli spetti ormai di diritto. No, no. Mi piace pensare che si debba dimostrare tutti i giorni il proprio valore e che ci si debba sentire sempre in discussione.
Premesso questo, vedo anche i tanti limiti della nostra società. Una società in cui lo Stato spende i soldi che ha per mandare in pensione i lavoratori a 60 anni (anno più o anno meno a seconda dei casi) o, peggio ancora, per non mandare in pensione i privilegiati grassi e annoiati, per collegarmi al tuo discorso sui professori. Anche noi giovani ci mettiamo del nostro. Riempiamo le piazze per condannare un Ministro che obbliga i grassi e annoiati ad andare in pensione e poi ci lamentiamo. Ci manca un po’ di realismo.
Ecco perché sempre spero ma non mi illudo. Per spendere soldi a favore dei giovani bisognerebbe toglierne ai vecchi. Chiediamo a Epifani.