Caro Emiliano, risponda alle critiche anziché fomentare la sua claque
15 Febbraio 2011
Caro signor Sindaco, non ero tra i fan della sua pagina di facebook, ma mi costringe a diventarlo per replicare a Lei e ai suoi sostenitori. Ora ha un lettore in più!
Premetto che ciò che mi manca del tutto, quando cerco di ragionare, è la presunzione di avere ragione. Mi limito spesso solo a capire e, qualche volta, medito ad voce alta o con le dita sulla tastiera. Nell’articolo ho scritto alcune cose che sono nella realtà. Ho persino separato, nello scrivere su l’Occidentale, le sensazioni dagli episodi. Certo non le sono politicamente vicino, sono di formazione liberale, attanagliato dal dubbio e poco incline al populismo, com’è nello stile e nel metodo della Fondazione Magna Carta. Lei forse è abituato ad un altro approccio, sarà per questo che si circonda del tifo di chi si sente esonerato dall’usare la ragione e dal porsi domande.
Conosco Bari da quando sono nato: è la mia città. Conosco anche i baresi: lo sono anch’io, ma ho anche l’umiltà di vederne i difetti. Sono un po’ diverso da quei miei concittadini che, bontà loro, si sentono perfetti e che si mostrano risentiti per le critiche mosse alla Sua amministrazione, come per i miei riferimenti caratteriali sui baresi.
Le faccio una domanda facile, se avrà la cortesia di rispondermi. Siccome ho un’idea di Lei di uomo un po’ arrogante ed ho l’ardire di pensare che sia anche un po’ presuntuoso, certamente mi sbaglierò, ma mi piacerebbe chiederle se Lei, nell’amministrare la nostra Città, abbia mai pensato di aver sbagliato qualcosa. E se, quando è accaduto, abbia mai avuto anche l’umiltà di ammetterlo.
Non sono un politico e non nutro l’ambizione di esserlo. Detto questo mi sembra che i suoi amici abbiano esagerato nel dipingermi e nell’emettere le loro sentenze. Non sono la destra che reagisce come sembra pensarla qualche suo fan, anche se scrivo per un quotidiano dell’area di maggioranza, ma liberale, plurale, critico e pensante. Non penso, così, di meritarmi tanta cruda scortesia, e solo per avere portato all’attenzione dei lettori alcune questioni di Bari. Quelle sulle quali si dovrebbe discutere in modo più serio, che non sulle rampognate agli operatori ecologici che battono la fiacca. Lei forse ha abituato i suoi sostenitori ai toni plaudenti di altri giornali.
Nel suo spazio non aspettavo gli applausi, ma qualche riflessione magari! Ecco Sindaco la prendo sul serio, si arrabbi. Tenga fede alle sue parole “Tiriamo fuori tutto quello che non va e cerchiamo di fare meglio. Fatemi arrabbiare, perché quando sento che avete ragione nel criticarmi riesco a lavorare meglio e di più.” La democrazia è questa e pur se colgo nel suo post una punta d’ironia, devo darle atto che non se l’è sentita di aprire la strada al coro lapidante che si è scatenato invece tra i suoi sostenitori. Come se avessi osato! I problemi, però, caro Sindaco restano, a prescindere dal tifo che la circonda. E Lei, alle questioni poste, non ha dato alcuna risposta, se non l’interpretazione autoassolutoria (anche questo è nel conto del suo personaggio) per le classifiche del Sole 24Ore. Più che alla claque, però, raccolga il mio consiglio, dia retta a chi Le muove obiezioni, perché certamente le critiche Le saranno più utili a migliorarsi.
Confessi, inoltre, che la storia dei trentamila posti di lavoro è stata una trovata elettorale e non faccia come Vendola, che parla della Puglia migliore che nessuno è stato ancora capace di vedere. Bari, per le condizioni urbane e per il degrado, è tra i peggiori capoluoghi di Regione d’Italia. Penso di conoscerli tutti. Questa condizione peggiora di anno in anno, specialmente dal suo insediamento come Sindaco.
So che Lei cammina a piedi per la città e mi piacerebbe che con senso critico e con modestia riconoscesse che c’è molto lavoro da fare e che Le venisse un sussulto di orgoglio. Ho voglia così di farla arrabbiare. So che quando cammina per strada è abituato a voltarsi a destra e sinistra per salutare i suoi concittadini, benissimo! Guardi anche per terra, però! In centro non c’è una pavimentazione pedonale che sia degna di questo nome. Forse neanche nel centro di Beirut, quando devastato dalla lotta tra fazioni, c’è stato un percorso di guerra come quello dei marciapiedi del centro di Bari. Le strade sono rotte, la sporcizia prevale dappertutto e il degrado avanza e ci sommerge. E allora si arrabbi pure, Sindaco, ma lo faccia veramente. Chissà che non succeda qualcosa.