Caro Hoffman, più che “Il Manifesto” salva il “Piccolo Grande Uomo” di Hollywood
20 Febbraio 2012
A mali estremi estremi rimedi. E così il Manifesto per salvarsi dal precipizio della chiusura definitiva tenta il tutto e per tutto chiedendo aiuto a un premio Oscar, habituè ormai della reclame. Vedere per credere.
A campeggiare sulla prima pagina di qualche giorno fa del quotidiano ‘rosso’ – in liquidazione coatta amministrativa a seguito della crisi nella quale è piombato – c’era una special guest: Dustin Hoffman.
Il celebre attore che deve la gloria a pellicole come Il laureato e Tutti gli uomini del presidente, ha prestato il faccione per la campagna “Senza fine. Io Manifesto”, lanciata per promuovere il giornale caduto in disgrazia, comparendo sotto il titolo: “Lui lo legge e voi?”. Nelle tre foto, scattate da Luca Celada, Dustin fa, in sequenza, il segno della vittoria con la mano destra, mentre con la sinistra tiene in mano una copia del quotidiano e nelle altre due sfoglia il giornale. Vedendolo sorridere sornione sulla homepage del quotidiano sinistrorso, per sostenerne la causa ‘sopravvivenza’, avrete pensato: “Addirittura Hoffman!”.
E invece non c’è da meravigliarsi troppo. Sì, perché il pluripremiato interprete di Rain Man ha imboccato la strada della pubblicità made in Italy da parecchio tempo. Risultando, però, poco credibile agli occhi degli italiani. Come dimenticarlo nelle vesti di Dr. Joy, l’irrefrenabile “deus-ex-machina” della Fabbrica dei Sogni di Sky mentre pronuncia in un italiano stentato: “Alora, com’è il Natal quest’anno?”. O mentre si fa dare (invano) “Lezioni di Caffè” dal signor Vergnano. O, ancora, nell’arcicontestato spot della regione Marche in cui Dustin attraversa gli ermi colli della verdissima terra del poeta Giacomo Leopardi declamando l’Infinito per arrendersi, però, all’ultimo “orisonti” e maledicendo l’impronunciabilità dei versi e l’ampio respiro della metrica con uno stizzito e definitivo “managgia”.
Insomma quella del Manifesto è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle comparsate pubblicitarie, a onor del vero neanche troppo brillanti, dell’attore hollywoodiano. Speriamo che aver usato la sua faccia non risulti controproducente per Norma Rangeri&co. e speriamo anche che Dustin si decida ad abbandonare la tv commerciale e i “giornali da marciapiede” per ritornare ad essere il Piccolo Grande Uomo del cinema americano.