Caro Moretti, l’Occidente non va a sinistra. Fattene una ragione

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Caro Moretti, l’Occidente non va a sinistra. Fattene una ragione

21 Maggio 2008

Eppure, crollato il Muro, qualcosina l’aveva capita, il Nanni. Moretti, s’intende. Con questo nome storpiato più che abbreviato, Moretti ha fatto scuola. Come dimenticare il “le parole sono importanti!”, con scappellotto al malcapitato di turno, e siamo a “Palombella rossa”. Ma, insomma, questa cosa gliela passiamo: le parole sono importanti. Allora, perché Moretti ascolta soltanto le sue? Un caso di autoreferenzialità che sfiora l’autismo. Per il regista romano, la realtà è un’appendice della sua sintassi, magari anche delle sue esclamazioni inorridite, frattaglie per un diaristico bordeggiare verso il centro del Sé o dell’Ego, se il nostro non si scandalizza della banalissima ripetizione del freudismo appassito ormai.

Così è, se vi pare: ecco Moretti. Va a Cannes e sputa ancora sull’Italia, con Eco a vibrare di commozione autentica, immagino, per entrambi questo è il “Paese di Berlusconi”. Complimenti per la trasmissione! Peccato che sia un remake posticcio di una quindicina di anni fa, anno più, anno meno. Moretti trasecola sempre davanti alle vittorie berlusconiane; Eco è un classico e lasciamoli immersi nei loro sogni di una notte di (quasi) mezza estate, soprattutto ora che perfino l’Espresso prende per i fondelli il Semiologo ex-cattolico, ex-comunista, ex-tutto, ora solo Ego allo stato puro. Il fatto è che i loro compagnucci non sono d’accordo con loro. Anzi. Picchiamo duro sulla realtà e non ci trovano niente, o, meglio, non ci trovano mai la sinistra. Fate vobis, tavarisch, intanto noi vinciamo di brutto e governiamo, poi si vedrà. Verrebbe fatto di pensare così, ma, ripeto, il caso è psico-clinico-politico.

Paolo Franchi ha scritto sabato che “il centrodestra è, dal ’94, maggioranza. Un miracolo se vogliamo, ma un miracolo pagato al prezzo carissimo del divorzio tra sinistra e popolo”. “Divorzio tra sinistra e popolo”, non so se  mi spiego. Roba grossa, epocale come dicono quelli che parlano bene. Non basta. Franchi, un amico di Macaluso e socialista depresso, senza il coltello tra i denti, annota anche che questo Pd non sa né da dove viene, né dove va. Berselli ha scritto cose simili sull’Espresso di questa settimana. Moretti, invece, a Cannes, sputa su Berlusconi e sul suo governo. Si considera anti-italiano, senza averne gli attributi antropologici, e mastica amaro perché in Italia è passata l’orripilante idea che perfino Berlusconi possa fare politica. E’ passata così, dice il Nanni, senza che nessuno abbia provato a contrastarla. Pensa, un po’, Nanni, diciotto milioni di plebei votano il Berlusca: roba da matti! E poi, mica è vero che la sinistra non abbia fatto la sua parte per impedire ciò. Ci hanno provato a contrastarlo, il tuo “Caimano”, o, meglio, “citizen Berlusconi”, l’uomo qualunque che svetta su Asor Rosa e il tuo cinema di epiteti senza sviluppo logico, appunto dal ’94, ricordare la “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, prego.

Dunque, o c’è qualcosa che non va nel Moretti di Cannes e di sempre, nell’incazzato elettore delle sinistra che chiedeva con insistenza accorata, nel 2002, il cambio della guardia per tornare a vincere; oppure c’è qualcosa che non va nella realtà che gira per conto suo e se ne sbatte allegramente degli intellettualoidi di tutto il mondo. Neanche uniti riescono a vincere. Il proletariato unito qualcosa aveva fatto. I fatti sono testardi. Poi qualcuno scommise sulla decapitazione della libertà e disse che i reggenti borghesi non erano legittimati a governare, cioè a fare politica, secondo il lessico morettino.

Se la realtà ci dà torto, peggio per la realtà, giusto, Nanni? Guarda, caro, che così vi siete stroncati di brutto e stanno scrivendo saggi sul perché la sinistra non riesca a vincere. A Te, lettore di lunga lena, te ne suggerisco uno, recentissimo: “Il mostro mite. Perché l’Occidente non va a sinistra”, di Raffaele Simone, edito da Garzanti. L’Occidente non va a sinistra, inutile prendersela più di tanto, meglio capire. Sine ira ac studio. Forse ci vuole qualcos’altro che il tuo “Caimano”. Ma, ci mancherebbe, Nanni, fai tutto con calma, parla lentamente e pastosamente, con il tuo accento capitolino smozzicato da letture appassionate: senza rifletterci troppo, Nanni, lascia stare. Farai come gli azionisti di cui sei figlio in sedicesimo: perirai di orgoglio, gonfio di sconfitte. Amen.