Caro Salvini, fate la “flat tax” invece di scioperare
21 Luglio 2014
di Joe Galt
Caro Matteo No Euro Salvini, chi le scrive è un italiano di centrodestra che, come dice Lei, la mattina si alza, produce e lavora, tartassato e non certo felice di trovare nella cassetta della posta una letterina di Equitalia. Se ho capito bene, Lei mi propone di ribellarci allo "statalista" Renzi facendo una bella rivoluzione fiscale. Mi chiede di essere coraggioso, mi invita a prendere a martellate i bancomat obbligatori, spiegando che con Lei al mio fianco potrò anche violare la legge in una vibrante protesta non violenta. E come dovremmo realizzare questa rivoluzione, padani e italiani uniti nella lotta?
Con uno sciopero fiscale… Vede, Caro Matteo, e’ che sono sempre stato allergico alla parola sciopero. Preferirei, se possibile, lasciarla ai professionisti della mobilitazione che in materia sono insuperabili. Io non voglio chiudere neppure un giorno bottega, neanche simbolicamente, perché se abbasso la saracinesca inseguendo sindacati, grillini, leghisti e forconi, poi chi me lo assicura che sarò ripagato del disturbo? E per cosa poi? Promesse che sento da anni?
Capisco che, ad altre latitudini, movimenti di un certo successo, direi con più clamore che spessore, abbiano idealizzato rivolte nostalgiche contro lo Stato rapinatore, ma da persona che studiandoli conosce certi ambienti, mi creda, Salvini, non segua le orme del Tea Party. Hanno rifiutato per anni qualsiasi compromesso tradendo l’identità del movimento conservatore e intanto Obama governava, due mandati, e forse il partito democratico americano andrà anche oltre. Ecco, Caro Matteo, il punto è esattamente questo: a me interessa essere governato, non allisciato. Mi interessano le proposte, le leggi che possono cambiare lo zeitgeist statalista, non la propaganda politica.
Fate la flat tax invece di scioperare, quella si’ che e’ una cosa seria.