Carrozza: “Fondi alla scuola o lascio”. E vuole un esercito di insegnanti

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Carrozza: “Fondi alla scuola o lascio”. E vuole un esercito di insegnanti

24 Maggio 2013

Il ministro Carrozza minaccia di lasciare il suo incarico se non ci saranno investimenti per la scuola pubblica. "E’ necessario per il futuro del Paese", dice, "non ci sono altre strade". E riconosce ai promotori del referendum che a Bologna vorrebbe tagliare i fondi alla scuola privata di aver messo alla luce il tema del finanziamento a quella pubblica, pur precisando che non si devono togliere fondi alle scuole paritarie. "L’accordo con le paritarie non è contro la scuola pubblica", scrive su Facebook.

Sul tema interviene anche il senatore Sacconi del Pdl: "Il referendum contro il finanziamento delle scuole pubbliche paritarie che si svolgerà domenica a Bologna e’ parte di un progetto ideologico che, come spesso accade, si e’ incontrato con più banali istanze corporative. I proponenti sono pronti a mettere a repentaglio il livello dei servizi educativi della città pur di affermare il monopolio dell’educazione di Stato e di negare alle famiglie la liberta’ delle scelte educative. Esso si inserisce in un più ampio disegno di contestazione dei principi della tradizione nazionale per cui tutte le persone di buona volontà sono chiamate a difenderli con la partecipazione al voto".

Parlando in radio, il ministro afferma: "O ci sono margini per un reinvestimento nella scuola pubblica oppure devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione", aggiungemettendo il governo davanti a una scelta. La Carrozza parla di un "esercito di nuovi insegnanti" e di un piano per rimettere in sesto l’edilizia scolastica."Il problema è l’investimento complessivo che il nostro paese deve fare per la scuola. In questo momento non ce la facciamo, le scuole sono all’esasperazione, gli enti locali sono oggettivamente in difficoltà", ammette Carrozza.

"Stiamo facendo una valutazione, il fabbisogno e’ altissimo. Stiamo cercando di trovare le risorse per soddisfare almeno parzialmente questo fabbisogno". Va quindi capito dove il governo dovrebbe andare a prendere le risorse per mantenere il ministro sulla sua poltrona. Che su nuovi concorsi per la scuola dice: "Vedremo". In realtà al di là dei fondi la scuola italiana avrebbe bisogno di un profondo ripensamento. C’è già un esercito di insegnanti che va semplicemente rinnovato, facendo entrare forze nuove  e favorendo i prepensionamenti per chi ha fatto, spesso con valore, il suo lavoro e completato la propria missione didattica. Cambiare? A Carrozza si potrebbe suggerire di diventare il primo ministro che fu capace di trovare una valida alternativa al carrozzone dei concorsoni.