Cartello anti zingari ma il Tuscolano non è Soweto
20 Marzo 2014
di redazione
“È severamente vietato l’ingresso agli zingari. Anche davanti al negozio” è il cartello che un negoziante di Roma, zona Tuscolano, ha esposto nella sua bottega e che l’uomo ha dovuto rimuovere dopo che nei suoi confronti erano state fatta minacce di azioni legali. La storia è stata denunciata dalla Associazione 21 lugli, organizzazione non profit che lavora con le comunità rom in Italia. "C’è stato uno scambio di mail con i nostri legali," raccontano, "e solo quando abbiamo minacciato di portarlo in tribunale l’ha finalmente rimosso". L’associazione ha anche scritto una lettera al presidente Napolitano chiedendosi se a Roma è "vietato l’ingresso agli Zingari come lo era a Berlino per gli ebrei e a Soweto per i neri?". E aggiungendo che ormai siamo così assuefatti al razzismo che non ci rendiamo più conto della parole che usiamo. Ecco, appunto, le parole che usiamo. Far credere che il Tuscolano sia come i ghetti nelle città europee durante il nazismo o al Sud Africa di Mandela vuol dire usare parole in libertà. Detto ciò, battiamoci pure contro il razzismo.