Casa Bianca, Camera e Senato: i Democratici puntano al tris
03 Novembre 2008
Non solo Casa Bianca. Domani, l´America è chiamata a rinnovare anche un terzo del Senato e la totalità della Camera dei Rappresentanti. I Democratici (ormai non lo nascondono più) sperano di fare il tris.
L’obiettivo più ambizioso è raggiungere la maggioranza di 60 senatori, che blinderebbe la legislatura e metterebbe al riparo l’amministrazione Obama dalle azioni di "filibustering" dell´opposizione. Di qui, il dispiegamento da parte democratica di migliaia di volontari in queste ultime ore, secondo un modello mutuato dall’odiato "architetto" delle vittorie bushiane, Karl Rove. Al momento, al Senato, il partito dell’Asinello gode di una maggioranza ristrettissima: 51 a 49.
Il senatore Charles Schumer di New York, uno dei leader democratici, ospite della trasmissione "Face the Nation" della CBS ha detto di sperarci, pur considerando "molto difficile" raggiungere il "magic number" di 60 senatori. Gli Stati in cui i seggi sono in bilico, infatti, sono tradizionalmente repubblicani. Tuttavia, ha aggiunto Schumer, "con 57,58 senatori saremo in grado di fare molto in Senato e cambiare il Paese". Dei 35 senatori in ballo nell´Election Day: 23 sono repubblicani e 12 democratici. Di questi solo un democratico, Mary Landrieu della Louisiana, rischia, mentre nel GOP almeno dieci temono di non essere confermati. Rischia grosso il senatore dell’Alaska, Ted Stevens, incriminato la settimana scorsa per corruzione, ma anche il capogruppo del Senato, Mitch McConnel, del Kentucky. In bilico pure la senatrice della North Carolina, Elizabeth Dole.
I Democratici sperano che, avvicinandosi a quota 60, saranno poi capaci di attrarre un paio di senatori repubblicani moderati creando uno scudo alla presidenza contro l´ostruzionismo repubblicano. L’ultima volta successe trent’anni fa. Per il senatore repubblicano John Ensign del Nevada, l’America rischia di scivolare verso l´estrema sinistra. A suo modo di vedere, i nuovi candidati democratici al Senato hanno infatti tutti un profilo radicale, da liberal "tassa e spendi".
Anche nel secondo ramo del Congresso, i "Dems" confidano in un netto avanzamento di posizioni, proseguendo sulla scia delle "elezioni di mezzo termine" del 2006. Al momento sono già in vantaggio di 235 seggi a 199. Secondo gli analisti, potrebbero conquistare altri 30 scranni. Iraq, Katrina, crisi economica, impopolarità del presidente sono alla base di questo scenario, che potrebbe aprire una lunga stagione democratica.