Casa dello Studente, 4 condanne all’Aquila (e non fu solo colpa del terremoto)
17 Febbraio 2013
di redazione
Quattro anni di reclusione, questa la condanna del tribunale dell’Aquila per chi doveva controllare le condizioni della Casa dello Studente e non lo fece, provocando la morte di 8 giovani durante il terribile terremo del 2009. Così la magistratura chiude l’inchiesta su uno dei fatti di più drammatici e che più fecero scalpore nel mondo dopo il sisma.
Non fu solo colpa del terremoto, insomma, ma degli uomini. L’Abruzzo piange ancora le sue vittime, all’Aquila la Casa dello Studente – dove quella notte i pompieri scavarono a mani nude e rischiando la vita per cercare di trarre in salvo qualcuno dalle macerie – è diventata meta di un discutibile turismo del disastro, ma è evidente che adesso sarà necessario fare una seria considerazione su come gli eventi cataclismatici possono e debbano essere evitati.
Emergono le denunce fatte già prima del sisma dagli studenti sulle inflitrazioni che stavano piagando la struttura. I carichi dell’edificio che lo spingevano al collasso. Gli esperti convinti che se si fosse proceduto nei tempi e nei modi previsti ai controlli probabilmente il convitto non si sarebbe accartocciato su se stesso.
Nei giorni scorsi, esponenti di primo piano del Pd abruzzese avevano contestato l’ipotesi che il terremoto in Abruzzo avesse provocato più vittime di quello in Emilia per l’incuria umana, sostenendo che il sisma fu così straordinariamente forte da mettere in secondo piano qualsiasi altra spiegazione.
La sentenza del tribunale va in un’altra direzione. La speculazione edilizia in Abruzzo e nel Mezzogiorno non si è mai interrotta, i controlli sono diventati un optional, e la scossa di terremoto avvertita stanotte nel frosinate sta lì a ricordarci che bisogna trovare soluzioni, subito.