Casaleggio stoppa Prodi e corteggia il mondo delle imprese

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Casaleggio stoppa Prodi e corteggia il mondo delle imprese

15 Aprile 2013

di Ronin

Che Gianroberto Casaleggio parli è un bene per due ordini di motivi. Il primo è che intervenendo all’incontro di Confapri ha detto che "Il prossimo presidente della Repubblica dovrebbe essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani".

Strada sbarrata a Romano Prodi o Emma Bonino, insomma, e fiato al mondo della cultura sinistroide che ruota attorno o piace ai 5 Stelle, da Dario Fo (più o meno coetaneo di Napolitano) al più probabile Gustavo Zagrebelsky, che permetterebbe la saldatura dei pentastellati col movimentismo antiberlusconiano tipo "Giustizia e Libertà". Resta quel "possibilmente", per cui l’attenzione che sta convergendo su Prodi da pezzi del Pd e dagli ambienti meno antipolitici di M5S potrebbe superare i dubbi sulla "compromissione" politica del Professore.

Ma il secondo motivo per cui le dichiarazioni di Casaleggio sono importanti riguarda il contesto in cui esse sono avvenute e impongono una seria riflessione sulla strategia seguita dalla coppia Grillo-Casaleggio negli ultimi tempi. Confapri, infatti, l’associazione fondata dagli imprenditori Arturo Artom e Massimo Colomban, racchiude una vasta rete di piccole e medie aziende che ormai non si aspettano più niente dallo Stato e puntano a un programma che non dispiacerebbe ai liberali.

Non si tratta solo di pagare i buffi delle PA, il piano di Confapri va ben oltre prospettando tagli alle tasse, la scomparsa dell’Irap, il taglio di parte dell’Imu, la mannaia sulla spesa improduttiva e insomma tutti i temi da sempre cari al Cav. e che non sempre durante l’epopea berlusconiana si è riusciti a risolvere, grazie alla resistenza formidabile delle sacche di immobilismo che si annidano nella amministrazione dello Stato a tutti i livelli.

Forse sarebbe meglio smetterla con la propaganda sul ghost writer luciferino di Grillo e cominciare a prendere Casaleggio come un avversario in grado di sottrarre consenso, vero, e voti, decisivi, nel mondo dell’impresa, un tempo politicamente moderata, passata all’antipolitica perché non ce la fa più a subire il tacco sulla testa del moloch statale, ma che probabilmente è rimasta liberale. Sia chiaro, Casaleggio vorrebbe sostituire la cassa integrazione con il reddito di cittadinanza, che non è certo il massimo per chi crede alla competizione degli individui sul mercato, ma su tanti altri argomenti bisogna impedire ai grillini di intrufolarsi troppo nella costituency tradizionale del centrodestra.