Casali: «Verona laboratorio del Centrodestra alternativo al Pd»

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Casali: «Verona laboratorio del Centrodestra alternativo al Pd»

25 Agosto 2017

Si avvicinano le elezioni politiche. Il tema dei confini della coalizione di centrodestra si fa sempre più attuale. Esso in parte dipende dalle determinazioni che verranno prese, alla ripresa, sulla legge elettorale. In parte, però, risponde a una concezione di fondo della politica e dei princìpi che dovranno ispirare la coalizione. La nascita della Federazione della Libertà al Senato ha fornito, su questo terreno, una prima risposta. Pubblichiamo una serie di interviste suscitate da alcune domande che l’Occidentale ha sottoposto ad alcuni dei protagonisti del dibattito interno al centrodestra. Oggi ne discutiamo con Stefano Casali, consigliere regionale in Veneto, coordinatore regionale di “Idea” e animatore della lista civica che ha trainato alla vittoria il centrodestra a Verona.

Si avvicinano le elezioni, il centrodestra ha ottime chance di prevalere ma dovrà decidere con che schema di gioco presentarsi in campo. Nel caso in cui la legge elettorale non venga modificata e si vada a votare con i sistemi usciti dalla Consulta, e dunque alla Camera resti il premio alla lista che raggiunge il 40 per cento, il centrodestra dovrebbe presentare una lista unica di coalizione? E in tal caso, chi ne dovrebbe far parte?

Il Centrodestra in Italia non può prescindere da un alleanza con la Lega Nord, lo dice la storia di governo nazionale del Centrodestra e lo dice il buonsenso. Il minimo comun denominatore politico con la Lega Nord esiste ed è evidente e dove il centro, radicalmente alternativo ad alleanze con il Partito democratico – primo partito della sinistra italiana –, governa con la Lega non solo fa bene ma traina ideologicamente il Centrodestra a livello nazionale. Penso al Veneto ma ci sono fortunatamente tanti altri importanti esempi. Ben venga quindi una lista unica tra tutte le forze politiche alternative al Pd e a quei centristi per cui Centrosinistra e Centrodestra pari sono.

Nel caso invece vi sia una legge basata sulle coalizioni, la Federazione della Libertà sperimentata al Senato – e cioè un raggruppamento delle forze di centrodestra liberali, cristiane e conservatrici, distinte dalla Lega ma alleate con il Carroccio – potrebbe essere un modello da riproporre?

La Federazione della Libertà creata al senato deve essere un dei motori per spingere il Centrodestra alla vittoria elettorale e questa sfida è per il bene della Nazione. La Federazione della Libertà deve essere vigile nell’allontanare soggetti politici ambigui che a loro volta allontanerebbero gli elettori che ci guardano con fiducia. La somma in politica non fa il risultato, ma la Lega Nord, usando un termine dell’alpinismo, è il nostro compagno o meglio il nostro amico di cordata: sulla vetta si arriva insieme, quindi si dovrà essere coordinati nella strategia

Il rapporto con la Lega è antico, esiste fin da quando esiste il centrodestra di governo. Al di là delle schermaglie dialettiche, nel quadro politico attuale quali difficoltà e quali opportunità presenta oggi l’alleanza?

Dopo la svolta di Parma con una Lega che si dichiara esclusivamente federalista il rapporto non è più solo elettorale ma è ideologico. Facciamo parte della stessa figura geometrica, gli italiani di Centrodestra che sono la maggioranza nella Nazione e che ci vogliono uniti e compatti; per cui, se non ci saranno aperture ad inclusioni incomprensibili – penso a chi ha sostenuto Renzi nel suo delirio politico – l’astensionismo del nostro elettorato cesserà. Dopo questo lungo viaggio nel deserto, abbiamo una speranza di buona e giusta politica per l’Italia.

Un quadro di accordo federativo tre le forze conservatrici, liberali e cristiane può contribuire a valorizzare la componente della destra nazionale?

L’accordo federativo al Senato è un grande messaggio per tutte le forze di Centrodestra: uniti si vince, uniti si può fare buona politica, uniti si può dare fiducia e speranza all’Italia che negli ultimi anni in tutti i settori compreso il prestigio politico ha raggiunto i minimi pensabili. L’opera del senatore Gaetano Quagliariello, federatore ed unionista del Centrodestra, è esattamente ciò che ci vuole e che gli elettori ci chiedono anzi che pretendono da noi.