Casini prende più voti solo quando corre con il Pdl

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Casini prende più voti solo quando corre con il Pdl

30 Marzo 2010

Il giorno dopo qualsiasi elezione tutti cantano vittoria, in un modo o in altro. Non stupisce quindi che tra ieri e oggi non vi sia stata neppure l’ombra di un’ammissione di sconfitta da parte dei partiti in corsa. Eppure, tra le tante sentite in queste calde ore post-elettorali, ad assumere i toni del grottesco appaiono più di altre le dichiarazioni del Casini nazionale, il quale, com’era prevedibile, fa presto a salire sul carro del vincitore, tenendo sempre un piedino pronto a saltare fuori se le cose si mettono male.

Oggi, il leader dell’Udc non ha mancato di dirlo e ripeterlo a ogni occasione: “Il nostro partito alle ultime Regionali è stato determinante, lo dicono i dati, e ora siamo pronti alla sfida delle riforme, soprattutto rispetto a una Lega che è giunta davanti ad un bivio”. Innanzi tutto – continua l’ex presidente della Camera – “siamo migliorati nei dati assoluti rispetto alle precedenti amministrative, il che non è poco con una campagna di aggressione come quella che abbiamo avuto fuori dai poli. Poi abbiamo scelto sette candidati di coalizione, sei hanno vinto, la Bresso è stata bocciata, ma per un filo di voti, dall’effetto Lega e dall’effetto Grillo che è stato determinante a bloccare il centrosinistra in Piemonte”.

Quanto al Carroccio – afferma ancora Casini – oggi è a un bivio: “se prevale il suo spirito protestatario, quello che specula sugli stati d’animo della gente, che tira fuori proposte come quella dei medici spia e dei professori spia, non si va da nessuna parte. Se prevale la volontà di dialogare sulle riforme, allora accetteremo la sfida”. E ancora, a proposito di bipolarismo: "Se c’era qualche preoccupazione nei confronti del bipolarismo malato – prosegue Casini – la nostra analisi trova conferma dalle urne".

Ora, a guardare i risultati, tutto lascia intendere che le parole del leader dell’Udc siano alquanto lontane dalla realtà. Prendiamo proprio i dati assoluti: l’Udc resta stabile rispetto alle Regionali del 2008 (5,8%, allora come oggi, ma è arretrata di 1,3 punti percentuali rispetto alle Europee dell’anno scorso, che significherà pure qualcosa.

A volerla dire tutta, e tutta vera, poi, i voti dei centristi sono stati determinanti solo nel Lazio, dove il 5,9% dei casiniani ha contribuito nettamente alla vittoria di Renata Polverini. Quanto alla malattia mortale di cui soffrirebbe il bipolarismo – sempre numeri alla mano – l’analisi di Casini potrebbe trovare conferma solo nel caso pugliese, dove però, a giudicare dalle ultime notizie che riguardano l’ex presidente Fitto, la sconfitta di Palese con tutto ha avuto a che fare tranne che con la tipologia del sistema politico italiano.

A stupire, però, è l’accanimento che il povero Casini sembra mostrare nei confronti della Lega, com’è accaduto in Piemonte. In fondo proprio nel corpo a corpo tra Roberto Cota e Mercedes Bresso si giocavano tutte le contraddizioni dell’Udc e del suo leader, soprattutto dopo il monito della Cei sulla scelta dei candidati pro-life e dopo che il candidato leghista ha dato garanzie scritte sul rispetto dei valori della vita e della famiglia ai suoi potenziali elettori.

Insomma, Casini sembra aver subito la sconfitta piemontese molto più di quanto abbia voluto far intendere, additando ad altri la responsabilità di una scelta sbagliata. Strano per un partito che ha sempre vantato la propria coerenza in nome dell’identità, oltre ogni ragionevole strategia politica. Ma talvolta, si sa, vincere è molto meglio che partecipare. Sarà un caso che l’Udc è cresciuta solo dove si è presentata con il Pdl? Nel Lazio (5,9%), in Campania (8,7%) e in Calabria (9,3%). Come dire, tutto sta a non salire sul carro del vincitore sbagliato.