Casini ritenta l’Opa sui moderati, Alfano fa lo stopper e il Cav. lavora sotto traccia
19 Aprile 2012
Grandi manovre a centrocampo. Che si debba andare ‘oltre’ lo schema attuale dei partiti è un dato ormai oggettivo. E il tempo della crisi ne ha accelerato l’esigenza. Il punto è come e verso dove. C’è molto movimento nel campo della politica. In ventiquattrore Casini ha annunciato la nascita di uno nuovo partito-rassemblement per andare oltre l’Udc con dentro ministri tecnici del governo montiano; il Pd cerca di attrezzarsi contro il vento dell’anti-politica e del grillismo. A Via dell’Umiltà fa discutere l’iniziativa di Beppe Pisanu che con alcuni senatori firma un documento per “andare oltre il Pdl”. Alfano rivendica la golden share della Costituente popolare mentre il Cav. lavora ‘sotto traccia’.
Con tempismo sospetto proprio mentre i partiti ragionano su come ricalibrare l’offerta politica per restituire alla politica il ruolo di architrave della democrazia, Casini spinge il piede sull’acceleratore, forse inseguendo la vecchia idea dell’Opa al Pdl e al voto dei moderati, forse per imbarcare nel nuovo soggetto politico – Partito della Nazione è l’idea originaria – ministri tecnici del governo Monti e pensare così a consolidare il proprio peso in chiave 2013, togliendo spazi di manovra sia ai moderati del Pdl che a quelli del Pd. E se oggi nella riunione della Costituente di centro si proporrà l’azzeramento dei vertici Udc come primo passo verso la nuova ‘creatura’, ieri il leader Udc ha visto Fini e Rutelli per concordare rotta e tempi del progetto (Fli vi aderirà senza sciogliersi).
In mezzo al movimentismo dei terzopolisti, c’è l’iniziativa di Pisanu che con un documento firmato da alcuni senatori Pdl chiede di superare lo schema del partito per costruire la casa dei moderati. Anche qui la tempistica e la concomitanza, suscitano più di una perplessità nelle file pidielline. Alfano tiene il punto e rivendica che la Costituente popolare è il progetto al quale da mesi sta lavorando nel solco tracciato dal Cav. Ragion per cui, qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione non può certo prescindere dal Pdl, tantomeno pensare di ‘balcanizzarlo’. In quest’ottica, l’annuncio di Casini viene letto da molti esponenti del Pdl come una mossa tattica per alzare l’asticella del consenso passando dall’8 al 10 per cento su cui lo attestano i sondaggi. Ma non è un mistero che il leader Udc resti il ‘sorvegliato speciale’ specie dal Cav. che seppure sotto traccia starebbe puntando sull’idea di sempre – il partito unico dei moderati – che in più occasioni ha identificato come il completamento di un percorso avviato dodici anni fa. Un traguardo che di per sé, supera di gran lunga la prospettiva e i confini del Polo della nazione casiniano.
Quanto alla sollecitazione di Pisanu – si ragiona in casa Pdl – se va nella direzione già tracciata da Berlusconi e Alfano ben venga, se deve essere l’ennesimo tentativo di dividere il partito non passerà. La preoccupazione maggiore alligna nelle file degli ex aenne ma anche tra i forzisti che temono il tentativo di svuotare il Pdl a vantaggio di Casini. A ben guardare, almeno per ora non pare così. Anche perché nei capannelli pidiellini in Transatlantico si vocifera di un contatto tra l’ex ministro dell’Interno e il Cav. (che dovrebbero incontrarsi la prossima settimana) finalizzato a sondare il polso dei terzopolisti. Ma ci sono anche altre letture, come quella che accredita Pisanu a un passo dall’addio al Pdl per confluire nel contenitore casiniano.
E il fatto che sia Casini che Fini si siano affrettati a tessere le lodi dell’iniziativa del senatore Pdl, quasi a metterci il cappello sopra, è risuonato come un campanello di allarme a via dell’Umiltà. Al punto che gran parte dei firmatari pidiellini del documento respingono l’idea della fronda interna al partito, rivendicando un contributo di idee perfettamente in linea con l’azione politica di Alfano. Una sottolineatura che, non a caso, arriva proprio dopo il ‘placet’ di Casini e Fini e che di fatto, ne circoscrive la portata sul piano politico se davvero dietro vi fosse il tentativo di spaccare il partito.
Opzione che tuttavia ai piani alti di via dell’Umiltà non viene considerata verosimile e lo dimostra il fatto che lo stesso segretario e il gruppo dirigente non abbiano bocciato senza appello la sollecitazione dei pisaniani. La via è dunque quella del confronto, della dialettica politica in un partito che sta ragionando su come superare la crisi dei partiti e ricalibrare la propria offerta agli elettori. Concetto che Gaetano Quagliariello spiega così commentando il documento dell’ex ministro dell’Interno: “E’ un contributo affinchè in questo momento di crisi possa crearsi una grande aggregazione di moderati della quale il Pdl sia l’architrave e Berlusconi un riferimento ineludibile. In questo senso, rafforza il percorso del Pdl che Alfano sta conducendo”. Dunque, non c’è alcuna fronda, ma il vicepresidente dei senatori Pdl è altrettanto chiaro quando avverte: “Chiunque pensi di poter costruire l’unità dei moderati prescindendo dal Pdl e dalla sua centralità, è destinato a coltivare l’illusione di un istante”. Vale per Pisanu ma vale soprattutto per Casini.