Caso Claps. Ritrovato orecchino, i periti cercano tracce di dna

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Caso Claps. Ritrovato orecchino, i periti cercano tracce di dna

29 Giugno 2010

A lungo e invano cercato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza e nei locali attigui nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere, l’orecchino destro pendente di Elisa Claps, la studentessa potentina uccisa nel 1993, è stato ritrovato dal medico legale Francesco Introna durante lo svolgimento dell’autopsia, dopo essere apparso alla tac. La notizia, rimasta finora riservata, è stata confermata da fonti vicine all’inchiesta.

La ricerca dell’orecchino destro della ragazza – il sinistro era all’orecchio del cadavere – era di rilevante interesse investigativo perchè, se trovato in un luogo diverso rispetto a quello della salma, avrebbe potuto dare indicazioni precise sul luogo in cui l’assassino aggredì la vittima e da dove poi la trasportò fino all’angolo del sottotetto, dove è stata ritrovata. Tra gli "accessori" che Elisa indossava quel giorno, l’orecchino destro era l’unico oggetto apparentemente mancante al momento del ritrovamento del cadavere: il sinistro fu sfilato dal medico legale durante il primo esame della salma, fatto nel sottotetto il 18 marzo scorso, e fu consegnato alla polizia.

Al ritrovamento dell’orecchino mancante si è arrivati attraverso i risultati della tac eseguita alla salma – chiusa e immobilizzata in un sacco per il trasporto dei cadaveri – nell’ospedale di Matera dai medici Michele Nardella e Claudia Lopez. Tra tanti particolari, l’esame radiografico ha evidenziato la presenza di un oggetto metallico vicino alla mano sinistra del cadavere e di un piccolissimo oggetto circolare tra l’omero e la clavicola destri. In base a tali indicazioni, il 23 marzo – sei giorni dopo il ritrovamento del cadavere – durante lo svolgimento dell’autopsia, il professor Introna ha aperto il sacco per il trasporto della salma e cercato quei due oggetti metallici evidenziati dalla tac: sotto la salma, poco lontano dalla mano sinistra, è spuntato l’orecchino destro di Elisa. Quanto all’altro oggetto, il medico legale ha esaminato con attenzione il collo del cadavere e ha rilevato la presenza di un laccetto al quale era appesa, proprio attraverso un occhiello circolare, una piccola croce in legno del tipo "Tau".

Sono stati, dunque, tutti recuperati e sono ora nelle mani della polizia scientifica gli oggetti personali che Elisa indossava quel 12 settembre 1993, giorno in cui fu uccisa, secondo l’accusa, da Danilo Restivo, ora detenuto in Inghilterra anche per il delitto di una sarta inglese. Oltre agli orecchini pendenti, Elisa aveva gli occhiali, ritrovati in prossimità del piede destro del cadavere, con le aste ripiegate (dettaglio, questo, alla particolare attenzione della polizia) e imbrigliati in un sottile filo metallico. Al collo portava una collana a maglie strette di materiale giallo, che è stata sfilata dal medico legale e consegnata alla polizia scientifica, ed il laccio con la croce in legno recuperati durante l’autopsia. Al polso destro la ragazza aveva un bracciale di colore giallo a fine maglia antica, con medaglietta, sempre di colore giallo, raffigurante una lettera "E" inscritta in una sottile cornice rettangolare, che non è stato possibile al medico legale rimuovere nel sottotetto e che è stato "tagliato" durante l’autopsia; al polso sinistro un orologio di plastica, con quadrante di colore verde, pure recuperato e consegnato alla scientifica.

Ora l’orecchino destro verrà esaminato dai periti nominati dalla Procura generale di  Salerno. Sia l’orecchino sia la collanina sono tra gli oltre cento reperti che sono confluiti nell’incidente probatorio affidato a cinque consulenti della Procura per la ricerca di eventuale dna. Le perizie saranno consegnate tutte insieme. Per tale motivo si è resa necessaria una proroga per eseguire questi esami, in quanto alcuni periti hanno chiesto più tempo per eseguire gli accertamenti. Con la proroga il termine dell’incidente probatorio si sposta nella terza decade di luglio.