Caso Cosentino, i finiani vanno in Aula divisi tra garantisti e ‘dipietrizzati’

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Caso Cosentino, i finiani vanno in Aula divisi tra garantisti e ‘dipietrizzati’

21 Settembre 2010

"Mi rimetto all’Aula, chiederò che decida liberamente". Per Nicola Cosentino, coordinatore del Pdl campano, le intercettazioni a suo carico sono "irrilevanti, per me non cambia niente". Lo ha detto a poche ore dal vertice notturno del Pdl a Palazzo Grazioli convocato da Silvio Berlusconi per fare il punto sul discorso programmatico a Montecitorio (martedì prossimo) e, probabilmente, anche sul caso in questione che, sul piano politico, rappresenta il primo test per la maggioranza dopo lo strappo di Fini.

Ed è proprio sul piano politico che quella di ieri è stata una giornata ad alta tensione. Con il Pdl deciso a votare no, con il gruppo dei parlamentari di Futuro e Libertà diviso a metà tra falchi e colombe (l’opposizione, dal Pd all’Udc passando dall’Idv è favorevole all’uso delle intercettazioni). Insomma quello di oggi per molti esponenti del centrodestra viene considerato come il primo test sull’autosufficienza della maggioranza alla vigilia dell’intervento del premier alla Camera, la prossima settimana. Ancora non è chiaro se vi sarà il voto segreto, eventualità che sul piano politico e tattico giocherebbe a favore del Pdl che così potrebbe incassare più voti, al netto di ciò che i finiani decideranno di fare.

Un fatto è certo: se il Pdl va in Aula compatto, gli uomini del presidente della Camera rischiano di andare in ordine sparso. Al punto che per evitare passi falsi, stamani prima della convocazione dell’Assemblea parlamentare, Bocchino ha convocato una riunione per decidere il da farsi. E qui lo schema degli orientamenti evidenzia le distanze tra i cosiddetti finiani moderati e quelli oltranzisti. Distanze peraltro già emerse ieri in Transatlantico: col pasdaran Granata convinto che quelle intercettazioni vadano usate e per questo occorre il sì senza se e senza ma, con Bocchino costretto a chiarire chi comanda: "Il capogruppo sono io. Aspettiamo, decideremo dopo l’intervento di Cosentino".

Atteggiamento prudente, anzi attendista che tuttavia denota una situazione di difficoltà da gestire. Lo schema dentro Fli fino a ieri era questo: Granata, Briguglio e Napoli contro Cosentino. Consolo e Lo Presti (tra l’altro relatore oggi del provvedimento) propensi alla linea garantista. Moffa e Bocchino, orientati a non sbilanciarsi prima dell’Aula. Ma al netto di quello che succederà a Montecitorio, il fatto che dai finiani sia ripartito l’assalto a Cosentino suscita la reazione stizzita dei big del Pdl.

A cominciare dal presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto che bolla come "inaccettabile" il "tatticismo potenzialmente destabilizzante di chi ipotizza un eventuale voto favorevole al discorso alla Camera e al Senato del presidente Berlusconi e poi l’apertura di una sorta di guerriglia parlamentare". Perché un voto contro Cosentino oggi metterebbe in discussione "una posizione di principio da sempre tenuta dalla maggioranza" e "rovescerebbe anche la posizione assunta nel merito" nella Giunta per le autorizzazioni.

Ora la partita si gioca tutta nel campo dei finiani. Che dovranno dimostrare se stanno con la maggioranza o se invece preferiscono la via giustizialista di Di Pietro&C.