Caso De magistris, CSM diviso, ancora accertamenti
11 Dicembre 2007
di redazione
La Prima Commissione del Csm resta ancora divisa sull’avvio della procedura di trasferimento per incompatibilità nei confronti del pm di Catanzaro Luigi De Magistris.
E proprio per evitare di certificare una spaccatura a meta’ che avrebbe consegnato al plenum la decisione, ha stabilito di andare avanti con gli accertamenti ascoltando il procuratore di Salerno e i pm che si stanno occupando degli esposti presentati dal magistrato e di quelli a suo carico.
La Commissione aveva cominciato a discutere dell’avvio della procedura per De Magistris già giovedì scorso. La relatrice Letizia Vacca, laica del Pdci, aveva messo sul tavolo da subito la proposto di aprire la procedura ritenendo che con le sue dichiarazioni alla stampa sull’esistenza di complotti per fermare le sue indagini e di collusioni tra politica, affari e magistratura De Magistris avesse suscitato allarme nell’opinione pubblica e gettato discredito sui magistrati di Catanzaro.
E aveva sostenuto che i margini per un intervento del Csm vi fossero tutti, nonostante intanto il procuratore generale della Cassazione avesse esteso l’azione disciplinare promossa dal ministro Mastella anche alle dichiarazioni fatte dal pm di Catanzaro alla stampa e nonostante la nuova riforma dell’ordinamento giudiziario non consenta piu’ al Csm di occuparsi di fatti gia’ oggetto di un’iniziativa disciplinare.
Proprio su questa questione la Commissione si è divisa: una parte (il laico di An Gianfranco Anedda e il togato di UNicost Fabio Roia) con la relatrice ritenevano che vi fosse comunque uno spazio per l’intervento del Consiglio superiore, visto che il Pg si riferiva a dichiarazioni strettamente legate alle indagini di De Magistris, lasciando fuori dalla sue iniziativa tutte le altre.
L’altra metà (i togati di Magistratura democratica, Livio Pepino; del Movimento per la Giustizia, Ciro Riviezzo; e di Magistratura Indipendente, Antonio Patrono) sostenevano invece che c’era una sovrapposizione con i fatti oggetto di accertamento disciplinare. Quando e’ stato evidente che si sarebbe andati a una spaccatura, tre a tre, con il risultato evidente di consegnare la decisione al plenum, Roia ha proposto di ascoltare il capo della procura di Salerno Luigi Apicella e i sostituti che si occupano delle inchieste sui magistrati calabresi per verificare se i fatti denunciati da De Magistris hanno trovato riscontro nelle loro indagini.
Una proposta a cui si è associata alla fine anche la relatrice e che ha trovato il consenso di tutta la Commissione, ad eccezione di quello del laico di An Gianfranco Anedda, che ha votato contro, ritenendo che vi fossero già tutti gli elementi per decidere.