Caso Game. Da giorni si preparava al martirio

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Caso Game. Da giorni si preparava al martirio

13 Novembre 2009

Una vera preparazione al martirio è quella che si può ricostruire analizzando il computer di Mohamed Game, l’aspirante kamikaze che il 12 ottobre scorso è stato protagonista dell’attentato alla caserma dell’esercito in piazzale Perrucchetti a Milano.

La memoria del suo computer viene “scandagliate” senza tregua dagli uomini della Digos di Milano guidati da Bruno Megale. Sono le navigazioni più recenti, quelle degli ultimi 3 giorni, che consentono di ricostruire “l’atmosfera” dell’attentato e la preparazione di Game, che nasce con la consultazione sempre più frequenti di video e sure islamiche. È negli ultimi 3 mesi che l’attività di ricerca ai politici diventa costante.  

Una trentina, secondo le indiscrezioni degli inquirenti, i nomi di politici del Governo. Non manca quasi nessuno tra quelli a capo dei diversi Dicasteri. Il più “cliccato” è Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione. Le sue magliette anti-islam hanno raccolto il dissenso del libico.

Non solo: anche Daniela Santanchè, leader del Movimento per l’Italia, finisce nel mirino virtuale del kamikaze “fai da te”. Il suo nome viene digitato dopo la fine del Ramadan quando gli scontri davanti alla Fabbrica del Vapore coinvolgono, tra gli altri, l’esponente politico e anche Game. Le sue ricerche, però, non vanno al di là della semplice curiosità: non esiste un dossier su nessun politico. Si tratta di semplici ricerche o di visualizzazioni, attraverso Google Maps, di case “note” o di obiettivi militari.

Certo è che il libico si informa e “studia” la caserma in piazzale Perrucchetti, legge intere pagine sugli esplosivi, così come la sua navigazione in siti islamici radicali diventa sempre più costante. La mappa dei documenti presenti sul suo pc non è stata ancora terminata, mentre Game continua a scagionare i suoi presunti complici.