Caso Marrazzo. Carabiniere rivela: “Il video dura ben 13 minuti”
30 Ottobre 2009
di redazione
Il video originale che ritrae Piero Marrazzo con un transessuale è molto più lungo di quello messo in vendita. A confessarlo è stato il carabiniere Nicola Testini, durante la perquisizione effettuata nel suo appartamento il giorno prima di essere arrestato: “Quello che ho visionato io aveva una durata di circa 13 minuti. Non so chi l’abbia fatto, so soltanto che era a spezzoni, molto mosso. Noi lo abbiamo avuto da un confidente che poi è morto e volevamo farci almeno 60 mila euro”. Il resto lo aggiunge il suo collega Carlo Tagliente rivelando di custodirlo nel computer: “D’accordo con i miei colleghi feci una copia del video attraverso il masterizzatore del mio pc portatile che ho tuttora a casa mia e vi consegnerò spontaneamente. Le altre due copie sono state invece distrutte da me e Testini”. Lo stesso Tagliente avrebbe confidato al fotografo Max Scarfone che nel filmato “ci sono voci e volti che non possono essere visti”.
Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl in Senato – riferendosi alle voci su un suo presunto coinvolgimento in una retata antitrans a Roma, nel ’96, nate dall’ipotesi che, dopo il caso Marrazzo anche altri politici siano coinvolti nello scandalo – ha dichiarato a Il Giornale: “Questo vociare è uno squallore vergognoso. Ma vi giuro che il primo che scrive una riga fuori posto, o che solo lascia intendere qualcos’altro, lo trascino in tribunale”.
Le malignità, spiega il quotidiano, nascono dalla coincidenza che 15 anni fa Gasparri abbia vissuto con la famiglia in via Gradoli e da un episodio accaduto nel 1996 e raccontato a tutti dallo stesso senatore. Secondo la ricostruzione de Il Giornale, confermata al quotidiano dallo stesso Gasparri, nella primavera del 1996 l’ormai ex sottosegretario agli Interni “venne invitato al Circolo del Polo, nella zona sportiva dell’Acqua Acetosa, che a quei tempi e anche in questi) la sera pullulava di donne o uomini in vendita con perizoma e calze a rete”. La moglie di Gasparri arrivò all’appuntamento in auto, in compagnia di Italo Bocchino poiché il marito, attardatosi per questioni di partito, le disse che l’avrebbe raggiunta di lì a poco. Gasparri arrivò però con molto ritardo perché, qualche minuto prima, una pattuglia di carabinieri s’era incuriosita dall’indugiare a singhiozzo di una Fiat Punto fra i viali dell’Acqua Acetosa.
Gasparri si qualificò e spiegò che stava facendo su e giù lungo quei viali pieni di circoli sportivi perché non conosceva l’esatta ubicazione del Circolo del Polo e a causa della scarsa illuminazione, non riusciva a trovare l’entrata. Chiarito l’equivoco, Gasparri trovò la strada giusta e arrivò a destinazione. “Una volta al tavolo Gasparri ha sbandierato ai quattro venti l’episodio – prosegue il quotidiano – forse anche per giustificarsi dell’inqualificabile ritardo: ‘Ahò, ma lo sapete? M’hanno fermato i carabinieri qua vicino. Pensa se passava qualcuno e me vedeva, poteva pensà che annavo coi trans!’”.