Caso Meredith. Sollecito: “Sono vittima di un errore giudiziario”

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Caso Meredith. Sollecito: “Sono vittima di un errore giudiziario”

06 Febbraio 2009

"Mi ritengo vittima di un errore giudiziario. Mi sembra tutto irreale anche perchè sono del tutto estraneo alla vicenda". È quanto ha detto Raffaele Sollecito, prendendo la parola per rilasciare dichiarazioni spontanee nel corso della seconda udienza che si sta svolgendo questa mattina davanti alla Corte d’Assise di Perugia per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa tra l’1 e il 2 novembre del 2007.

"Io con questa situazione – ha proseguito Raffaele – non c’entro nulla, non sono una persona violenta e non mi è mai venuto neanche in mente di fare male a qualcuno". Raffaele ha inoltre affermato di non aver mai conosciuto l’ivoriano Rudy Herman Guede, condannato a 30 anni per il delitto.

"Con Amanda Knox avevo un rapporto sentimentale appena cominciato – ha spiegato – Non c’era una conoscenza tale da far pensare a chissà che. Umilmente chiedo di esaminare tutto quello che c’è da dire con attenzione per accertare la verità".

Nella seconda udienza del processo nei confronti della giovane americana e di Raffaele Sollecito c’è anche il padre di Amanda Knox, Kurt. Presenti in aula anche lo zio e la seconda moglie del padre del giovane pugliese.

Al suo arrivo al palazzo di giustizia Kurt Knox, accanto ai difensori della figlia, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova, ha detto di essere fiducioso nella giustizia. Ha poi spiegato di avere incontrato Amanda in carcere, trovando anche lei tranquilla e fiduciosa.