Caso Mills, entro gennaio la sentenza
05 Dicembre 2008
di Frank Cimini
Dopo circa due anni di udienze imbocca la strada della dirittura d’arrivo il processo a David Mills rimasto unico imputato di corruzione in atti giudiziari dopo lo stralcio della posizione di Silvio Berlusconi in attesa che la Corte Costituzionale decida sulla legittimità del lodo Alfano. I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano infatti hanno fissato al prossimo 17 dicembre la requisitoria del pm Fabio De Pasquale che eventualmente proseguirà il giorno 20 o il 7 di gennaio.
L’istruttoria dibattimentale è sostanzialmente ma non fornalmente chiusa. Il 17 dicembre infatti sarà ancora sentito un perito in merito alla traduzione delle udienze svolte per rogatoria a Londra tra il 24 e il 27 settembre del 2007.
Ma proprio quelle udienze in mattinata erano state al centro dell’ultimo scontro tra accusa e difesa. Il legale di Mills, Federico Cecconi, eccepiva la nullità e l’inutilizzabilità degli atti inglesi, perchè le testimonianze erano avvenute in assenza del collegio milanese estromesso dalle autorità britanniche su richiesta degli avvocati londinesi di Mills a tutela del segreto professionale.
Cecconi sosteneva la tesi relativa alla violazione di norme internazionali e dell’ordinamento italiano, parlando di "un’udienza spuria", ricordando: "La presenza dei giudici di Milano era un elemento ineludibile per l’attività processuale". Cecconi citava una sentenza della Cassazione del 2001 in riferimento a un processo di criminalità organizzata con rogatoria svolta in Germania in assenza dei componenti non togati della corte d’Assise. L’avvocato di Mills inoltre sollecitava una nuova verifica di tutte le trascrizioni, "dal momento che è stato il perito a parlare di omissioni e di frasi intere che non si capiscono. Si tratta di attività svolta in modo non aderente al riscontro processuale".
Il pm replicava: "Nulla in fondo è stato sottratto alla conoscenza del collegio, la corte inglese non poteva permettere che giudici stranieri decidessero sul suo territorio. Già Nicolò Ghedini, legale di Berlusconi, aveva sollevato il problema senza successo. Non c’è stata violazione di alcuna norma nè internazionale, nè dell’ordinamento italiano".
I giudici dopo due ore di riunione in camera di consiglio davano ragione al pm rigettando le eccezioni e fissando il calendario delle udienze conclusive. Entro la fine di gennaio dovrebbe esserci la sentenza.
I giudici dovranno decidere se provenivano dall’entourage di Silvio Berlusconi "gli almeno 600 mila dollari" arrivati nella disponibilità di Mills. Il collegio dovrà inoltre accertare in che data avvenne l’operazione finanziaria. La procura aveva ipotizzato originariamente nel 1998, poi con una contestazione suppletiva allargava il capo di imputazione fino al 2000. "E’ un modo per tenere in piedi un cadavere giudiziario" replicava la difesa di Berlusconi che non è più in questo processo e che sarà giudicato in caso di invalidità del lodo da un altro collegio perchè gli attuali giudici pronunciando sentenza a carico di Mills diventeranno iuncompatibili.