Caso Ruby. E’ scontro su competenza tra la Procura e la difesa del premier

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Caso Ruby. E’ scontro su competenza tra la Procura e la difesa del premier

16 Gennaio 2011

Sarà intorno al tema della competenza funzionale e territoriale che si svolgerà una parte dello "scontro" giudiziario tra la Procura di Milano e la difesa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul "caso Ruby".

Ai pm milanesi, che ritengono di essere titolari del procedimento, si oppongono le tesi degli avvocati Ghedini e Longo, legali di Silvio Berlusconi, secondo i quali la Procura di Milano non avrebbe titolo a svolgere le indagini preliminari per i fatti in contestazione.

LE TESI DELLA DIFESA – I difensori del premier ritengono del tutto insussistente il reato di concussione contestato al premier. Ma, in ogni caso, le indagini preliminari – a loro parere – non sarebbero di competenza della Procura di Milano, che avrebbe dovuto trasmettere gli atti al "tribunale per i ministri". Quanto all’altro reato ipotizzato, quello di prostituzione minorile, esso – ritenuta insussistente l’ipotesi di concussione – sarebbe di competenza non della procura di Milano, ma della procura di Monza, nel cui circondario si trova la villa di Arcore.

LE TESI DELLA PROCURA DI MILANO – I pm di Milano ritengono che appartenga alla loro competenza lo svolgimento delle indagini preliminari relative alla concussione attribuita a Silvio Berlusconi perché il reato sarebbe stato compiuto con abuso "della qualità" di Presidente del Consiglio, ma non nell’esercizio delle funzioni di premier. Non vi sarebbero quindi i presupposti per investire lo speciale collegio per i reati ministeriali. Quanto all’altro reato contestato al premier, quello di prostituzione minorile, esso – secondo i pm – resta di competenza milanese perché ritenuto in connessione probatoria con il più grave reato di concussione (commessa, sempre secondo l’accusa, anche per guadagnare l’impunità proprio rispetto al reato di prostituzione minorile).