Caso Sandri: Bertinotti, “Non criminalizzare”. “Simile episodio romeno”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Caso Sandri: Bertinotti, “Non criminalizzare”. “Simile episodio romeno”

12 Novembre 2007

In seguito all’uccisione del giovane tifoso laziale, il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha espresso la necessità di “non criminalizzare nessuno, ma allo stesso tempo il dovere di accertare le responsabilità”. Ed ha poi aggiunto che questo episodio “sembra simile a quello del romeno”.

“Non c’è ragione alcuna di criminalizzare nessuno, ma la condivisione della disperazione per una persona che ha commesso un errore, non può confondersi con l’accertamento delle responsabilità”, ha infatti dichiarato Bertinotti, intervistato da “Radio Parlamento” sulle frequenze Rai, parlando della morte di Gabriele Sandri e dei gravi disordini che si sono scatenati ieri dentro e fuori gli impianti di calcio, a Roma, Milano e Bergamo.

Il Presidente della Camera ha anche espresso grave preoccupazione per la dinamica dell’incidente che si è consumato in un autogrill sull’autostrada Roma-Firenze. “Vista la dinamica dei fatti- ha detto- per come la si conosce, continuo a ritenere incomprensibile che si possa usare un’arma da fuoco in quelle condizioni. Le armi -ha puntualizzato- vanno usate solo in condizioni di estrema, estrema, necessità”.

“Questo episodio è simile a quello del rumeno”, ha aggiunto Bertinotti.

“Ieri – ha detto continuato – si gridava in modo indiscriminato “assassini” a tutti i poliziotti, quasi che tutti loro fossero responsabili della morte di Sandri, così nel caso nel rumeno assassino sono stati criminalizzati tutti i rumeni, quelli che fanno l’operaio edile o la badante, come se la cancellazione dei rumeni fosse la cancellazione della violenza”.

Per Bertinotti, ‘la violenza negli stadi è la spia di una condizione più generale. Esprime in quel mondo (il calcio – ndr) un’attitudine alla violenza che è più diffusa di quello che appare. E’ una violenza contro, come una furia distruttiva”.

“La nostra – ha aggiunto – è una società crescentemente violenta. L’Italia come l’Europa, nelle forme più diverse, è attraversata da una vera e propria crisi di civiltà, nella quale viene meno la possibilità di condivisione, per cui in partenza quello che incontri ti è simile, ma tu lo pensi come un altro che ti minaccia. Può essere per il tifoso la polizia o per il nativo l’immigrato”, ha spiegato il presidente.

Per combattere la violenza non basta quindi, secondo il Presidente, la “via repressiva”, bisogna “educare alla convivenza”, a non vedere nell’avversario, nel diverso, “un nemico”.